Il Papa durante l'omaggio alla statua dell'Immacolata a piazza di Spagna - Reuters
Giornata totalmente dedicata all'Immacolata, quella di papa Francesco. Che dopo aver celebrato in mattinata la messa nella Basilica di San Pietro con i 21 nuovi cardinali di tutti i continenti creati ieri, sabato 7 dicembre (tra i quali anche cinque italiani), e aver recitato l'Angelus, chiedendo un "cessate il fuoco" ovunque ci sia un conflitto, entro Natale, nel pomeriggio si è recato prima a Santa Maria Maggiore, dove ha sostato in preghiera davanti all'icona mariana della Salus Populi Romani, e poi a piazza Mignanelli, attigua a piazza di Spagna, per il tradizionale omaggio alla Statua della Vergine posta su un'alta colonna. La novità di quest'anno è stata l'ulteriore tappa, sulla via del ritorno in Vaticano, a Palazzo Cipolla in via del Corso, dove si è fermato a visitare la Crocifissione Bianca, opera di Chagall particolarmente a lui cara. Lo ha reso noto la sala stampa vaticana.
Come sempre, in occasione dell'omaggio alla Vergine a Piazza di Spagna, lo sguardo del Papa si è posato sulla città di Roma, di cui è vescovo. E specialmente sui cantieri in corso, in vista del Giubileo. Ma l'esortazione del Pontefice è stata a «non dimenticare i cantieri dell'anima» e a prepararsi dunque spiritualmente all'Anno Santo ormai imminente, mondandosi da ogni peccato, compresa l'invidia. È un buon giorno, questo, ha detto per accostarsi al sacramento della confessione. E già lo aveva ripetuto in mattinata. Nel corso della sua visita al centro di Roma non è mancato anche un momento di trambusto. All'arrivo del Pontefice, infatti, un'attivista spagnola, che con altre tre ragazze (due tedesche e un'inglese) manifestava contro la corrida, espondndo cartelli tipo "basta benedire le corride", ha scavalcato la transenna in via due Macelli avventandosi verso una delle auto del corteo papale. I poliziotti e i gendarmi sono intervenuti subito per bloccarla. Il Papa, dopo alcuni istanti, ha comunque potuto riprendere il suo percorso e ha iniziato normalmente il previsto atto di venerazione alla Vergine. Le attiviste sono state fermate e la loro posizione al vaglio delle forze dell'ordine.
A Piazza di Spagna: «Curiamo i cantieri dell'anima»
«Vergine Immacolata, oggi è la tua festa e noi ci stringiamo intorno a te - ha esordito Francesco nella sua preghiera -. I fiori che ti offriamo vogliono esprimere il nostro amore e la nostra gratitudine; ma tu vedi e gradisci soprattutto quei fiori nascosti che sono le preghiere, i sospiri, le lacrime, specialmente dei piccoli e dei poveri». «Madre nostra, Roma si prepara a un nuovo Giubileo, che sarà un messaggio di speranza per l'umanità provata dalle crisi e dalle guerre - ha quindi proseguito -. Per questo in città dappertutto ci sono cantieri: questo - tu lo sai - provoca non pochi disagi, eppure è segno che Roma è viva, si rinnova, cerca di adattarsi alle esigenze, per essere più accogliente e più funzionale».
«Madre Immacolata, ti ringraziamo - ha detto ancora papa Bergoglio -. Questa tua raccomandazione ci fa bene, ne abbiamo tanto bisogno, perché, senza volerlo, rischiamo di essere presi totalmente dall'organizzazione, dalle cose da fare, e allora la grazia dell'Anno Santo, che è tempo di rinascita spirituale, di perdono e di liberazione sociale, questa grazia giubilare viene soffocata. Ma qui il sindaco prepara tutto bene perché l'Anno santo proceda bene. Preghiamo per il sindaco». Accanto alla sedia dalla quale il Pontefice ha letto la preghiera, c'era infatti il primo cittadino di Roma, Roberto Gualtieri, mentre dall'altra parte il vicario di Roma, Baldassarre Reina, che proprio ieri ha ricevuto dal Pontefice la berretta cardinalizia.
La Messa con i cardinali
«Vediamo purtroppo, attorno a noi - ha notato il Pontefice - che quel peccato originale continui a ferire l’umanità, e come questa presunzione di autosufficienza non generi né amore, né felicità. Chi esalta come conquista il rifiuto di ogni legame stabile e duraturo, infatti, non dona libertà. Chi toglie il rispetto al padre e alla madre, chi non vuole i figli, chi considera gli altri come un oggetto o come un fastidio, chi ritiene la condivisione una perdita e la solidarietà un impoverimento, non diffonde gioia né futuro». Le parole del Papa si sono fatte sempre più incalzanti durante l'omelia: «A cosa servono i soldi in banca - ha chiesto infatti -, le comodità negli appartamenti, i finti “contatti” del mondo virtuale, se poi i cuori restano freddi, vuoti, chiusi? A cosa servono gli alti livelli di crescita finanziaria dei Paesi privilegiati, se poi mezzo mondo muore di fame e di guerra, e gli altri restano a guardare indifferenti? A cosa serve viaggiare per tutto il pianeta, se poi ogni incontro si riduce all’emozione di un momento, a una fotografia che nessuno ricorderà più nel giro di qualche giorno o qualche mese?».
Il Papa durante la Messa per la Solennità dell'Immacolata, cui hanno partecipato i 21 nuovi cardinali - ANSA
Il Papa durante la Messa per la Solennità dell'Immacolata, cui hanno partecipato i 21 nuovi cardinali - ANSA
Domande che il Papa ha ripetuto anche all'Angelus: «Contemplando il mistero della salvezza possiamo chiederci: nel nostro tempo, agitato da guerre e concentrato nello sforzo di possedere e dominare, dove ripongo la mia speranza? Nella forza, nel denaro, negli amici potenti, oppure nella misericordia infinita di Dio? E di fronte ai falsi modelli luccicanti che circolano nei media e in internet, dove cerco io la mia felicità? Dov’è il tesoro del mio cuore? Sta nel fatto che Dio mi ama gratuitamente, che il suo amore sempre mi precede, ed è pronto a perdonarmi quando ritorno pentito a Lui? Oppure mi illudo nel cercare di affermare a tutti i costi il
mio io e la mia volontà?».
A tutto questo il Papa ha contrapposto l'immagine della Vergine. «Guardiamo a Maria Immacolata - ha esortato -, e le chiediamo che il suo Cuore pieno d’amore ci conquisti, che ci converta e che faccia di noi una comunità in cui la figliolanza, la sponsalità e la maternità siano regola e criterio di vita: in cui le famiglie si riuniscono, gli sposi condividono ogni cosa, i padri e le madri sono presenti in carne e ossa vicino ai loro figli e i figli guardano i padri. Questa è la bellezza di cui ci parla l’Immacolata, questa è la “bellezza che salva il mondo” e di fronte a cui vogliamo rispondere anche noi al Signore, come Maria: "Eccomi […], avvenga per me secondo la tua parola"».
L’Immacolata, infatti, ha notato Francesco, «non è un mito, una dottrina astratta o un ideale impossibile: è la proposta di un progetto bello e concreto, il modello pienamente realizzato della nostra umanità, attraverso cui, per grazia di Dio, possiamo tutti contribuire a cambiare in meglio il nostro mondo». E questo avviene, ha spiegato il Pontefice, quando come lei anche noi diventiamo donne e uomini di sì e del grazie. E perciò non bisogna cadere nell'errore di considerare quella della Madonna «una bellezza lontana, troppo alta, irraggiungibile. Non è così. Anche noi infatti la riceviamo in dono, nel Battesimo, quando veniamo
liberati dal peccato e fatti figli di Dio». Quindi, ha proseguito papa Bergoglio, «con essa ci è affidata la chiamata a coltivarla, come la Vergine, con amore filiale, sponsale e materno, grati nel ricevere e generosi nel donare, uomini e donne del “grazie” e del “sì”, detti con le parole, ma soprattutto con la vita; pronti a far posto al Signore nei nostri progetti e ad accogliere con tenerezza materna tutti i fratelli e le sorelle che incontriamo sul nostro cammino».
Alla Messa, che è poi proseguita con la liturgia eucaristica presieduta dal cardinale decano del collegio cardinalizio Giovanni Battista Re, erano presenti - come già ricordato - i 21 nuovi porporati creati nel Concistoro del giorno precedente. Anche per loro il Papa ha avuto un pensiero: «Sono fratelli a cui ho chiesto di assistermi nel servizio di Pastore della Chiesa universale - ha detto -. Vengono da tante parti del mondo, portatori di un’unica Sapienza dai molti volti, per contribuire alla crescita e alla diffusione del Regno di Dio. Affidiamoli in modo particolare all’intercessione della Madre del Salvatore».
I nuovi appelli di pace all'Angelus
Al termine della preghiera mariana di mezzogiorno il Papa ha rivolto diversi nuovi appelli. «Continuiamo a pregare per la pace: nella martoriata Ucraina, nel Medio Oriente, Palestina, Israele, il Libano, adesso la Siria, in Myanmar, in Sud Sudan, e dovunque si soffre per la guerra e per le violenze. Faccio appello ai governanti e alla comunità internazionale - ha aggiunto - perché si possa arrivare alla festa del Natale con un cessate il fuoco su tutti i fronti di guerra».
Il Papa saluta i fedeli all'Angelus - Reuters
Una preghiera per il Nicaragua. "In questa solennità dell'Immacolata Concezione di Maria, sono vicino in modo particolare ai nicaraguensi", ha detto papa Francesco. "Vi invito a unirvi in preghiera per la Chiesa e il popolo del Nicaragua , che celebra la 'purissima' come madre e patrona e innalza a lei un grido di fede e di speranza". "Che la Madre celeste sia per loro di consolazione nelle difficoltà, nelle incertezze, e apra i cuori di tutti affinché si cerchi sempre la via di un dialogo rispettoso, costruttivo, al fine di promuovere la pace, la fraternità e l'armonia nel Paese".
Il Papa ha poi voluto ricordare i detenuti che negli Usa sono condannati a morte. «Oggi mi viene al cuore chiedere a tutti voi di pregare per i detenuti che negli Stati Uniti sono nel corridoio della morte, credo siano 13 o 15. Preghiamo per la loro pena sia commutata, cambiata. Pensiamo a questi fratelli e sorelle nostri e chiediamo al Signore la grazia di salvarli dalla morte».
Un pensiero anche per chi rischia di perdere la propria occupazione. «Sono vicino ai lavoratori di Siena, Fabriano e Ascoli Piceno, che difendono in modo solidale il diritto al lavoro, che è un diritto alla dignità. Che non gli sia tolto il lavoro, per motivi economici o finanziari». Lo ha detto papa Francesco all'Angelus a proposito dei lavoratori della vertenza Beko, dopo averne ricevuto una delegazione sabato mattina in Vaticano.
Infine un saluto all'Azione Cattolica italiana che oggi, come da tradizione, rinnova le iscrizioni dei soci.