mercoledì 4 dicembre 2024
Nuovo vibrante appello di Francesco per la pace. L'invito ai predicatori: mai omelie lunghe più di dieci minuti. Il colloquio con il premier ungherese Orbán
Il Papa tra i fedeli in Piazza san Pietro

Il Papa tra i fedeli in Piazza san Pietro - Ansa

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Da Piazza San Pietro arriva un nuovo, vibrante appello per la pace. A lanciarlo, ancora una volta il Papa. «Per favore – ha detto Francesco a margine dell’Udienza generale - continuiamo a pregare per la pace -. La guerra è una sconfitta umana - ha proseguito -, non risolve i problemi. La guerra è cattiva. La guerra distrugge». Poi, più nello specifico, l’invito a pregare per i Paesi in guerra. «Non dimentichiamo la martoriata Ucraina, non dimentichiamo la Palestina, Israele, il Myanmar. – ha sottolineato il Pontefice –. Tanti bambini morti! Tanti innocenti morti! Preghiamo perché il Signore ci faccia arrivare alla pace. Preghiamo sempre per la pace».
In precedenza, proseguendo il ciclo di catechesi su “Lo Spirito e la Sposa. Lo Spirito Santo guida il popolo di Dio incontro a Gesù nostra speranza”, il Papa aveva incentrato la sua meditazione sul tema “Annunciare il Vangelo nello Spirito Santo. Lo Spirito Santo e l’evangelizzazione” (Lettura: 1 Cor 2,1.4-5). «Predicare con l'unzione dello Spirito Santo significa trasmettere, insieme con le idee e la dottrina, la vita e la convinzione della nostra fede» – ha detto Francesco -. Per riuscirci servono due condizioni: «La prima cosa è la preghiera. Guai a predicare senza pregare – ha sottolineato il Papa - Si diventa quelli che l'apostolo Paolo definisce “bronzi che rimbombano e cimbali che tintinnano”. Dunque, la prima cosa che dipende da noi è pregare - ha proseguito -. La seconda è non volere predicare noi stessi, ma Gesù Signore. Tante volte ci sono predicazioni lunghe, 20, 30 minuti - ha osservato il Papa a braccio -. La predicazione deve contenere un'idea e un invito a fare, massimo otto-dieci minuti, per favore, oltre non si segue più. Alle volte vediamo gli uomini che durante la predica escono dalla chiesa per fumarsi una sigaretta, poi rientrano. La predica dev'essere un'idea e una proposta di fare - ha ribadito -, e non andare oltre 10 minuti, no mai. È molto importante questo». Inoltre, ha aggiunto Francesco - «non volere predicare sé stessi implica anche non dare sempre la precedenza a iniziative pastorali promosse da noi e legate al proprio nome, ma collaborare volentieri, se richiesto, a iniziative comunitarie, o affidateci dall'obbedienza». Guardando infine ai contenuti delle catechesi «la predicazione di Gesù e, in seguito, quella degli apostoli, contiene anche tutti i doveri morali che scaturiscono dal Vangelo, a partire dai dieci comandamenti fino al comandamento nuovo dell'amore. Ma se non si vuole ricadere nell'errore denunciato dall'apostolo Paolo di mettere la legge prima della grazia e le opere prima della fede - ha sottolineato Francesco è necessario ripartire sempre di nuovo dall'annuncio di ciò che Cristo ha fatto per noi».
Tra gli elementi di novità collegati all’udienza generale anche l’avvio della sintesi della catechesi in lingua cinese. Pr questo il Pontefice ha rivolto «un cordiale saluto ai cinesi qui presenti e a quelli collegati tramite i mezzi di comunicazione. Su tutti voi – ha aggiunto Bergoglio - e sulle vostre famiglie invoco la gioia e la pace. Dio vi benedica».

L'udienza al premier ungherese Orbán

Tra gli incontri avuti dal Papa al di là della catechesi settimanale, l’udienza, durata 35 minuti, al primo ministro ungherese Viktor Orbán,il quale, successivamente, si è incontrato con il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato. «Nel corso dell’incontro in Segreteria di Stato – informa una nota -, svoltosi in un clima cordiale, sono state sottolineate le solide e fruttuose relazioni bilaterali ed è stato espresso vivo apprezzamento per l’impegno della Chiesa cattolica nel promuovere lo sviluppo e il benessere della società ungherese. Durante il dialogo – prosegue il comunicato - ci si è soffermati soprattutto sulla guerra in Ucraina, ponendo attenzione alle sue conseguenze umanitarie e agli sforzi per favorire la pace. Inoltre, sono stati esaminati altri temi di comune interesse, quali la Presidenza ungherese del Consiglio dell’Unione europea, il ruolo centrale della famiglia e la protezione delle giovani generazioni.




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