Il Papa all'Angelus: "Che cos’è per me la fede? Se è principalmente un dovere o una moneta di scambio, siamo fuori strada, perché la salvezza è un dono e non un dovere, è gratuita e non si può comprare" - Ansa
Nell’uomo che “possedeva molti beni” e che incontra Gesù nel Vangelo di Marco di questa domenica, “possiamo vederci tutti” e fare così “Un test sulla fede”. Papa Francesco, dalla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico che guarda piazza San Pietro, prima della preghiera mariana dell’Angelus, dal brano evangelico ricava tre indicazioni per noi. Innanzitutto, se la fede “è principalmente un dovere o una moneta di scambio, siamo fuori strada”, perché Dio non è un “contabile e controllore”, ma “padre”. Se la nostra è una fede stanca, possiamo rinvigorirla cercando “lo sguardo di Dio” nell’adorazione, lasciandoci “amare da Lui”. Infine non accontentiamoci dei doveri, “i precetti e qualche preghiera”, mentre Dio, “che ci dà la vita, ci domanda slanci di vita!”
Il Papa divide l’incontro tra Gesù è l’uomo ricco (che è il giovane ricco del Vangelo di Matteo, al quale Marco non dà età) in tre passaggi: la domanda, lo sguardo e l’invito. L’uomo esordisce con una domanda: “Che cosa devo fare per avere la vita eterna?”. I verbi che utilizza “dover fare – per avere”, denotano, per Francesco “la sua religiosità: ‘faccio qualcosa per ottenere quel che mi serve’”. Ma questo, commenta, “è un rapporto commerciale con Dio, un do ut des”, mentre la fede, “non è un rito freddo e meccanico”, un “devo-faccio-ottengo”, ma è “questione di libertà e di amore”. E questo è il primo test per la nostra fede…
"Che cos’è per me la fede? Se è principalmente un dovere o una moneta di scambio, siamo fuori strada, perché la salvezza è un dono e non un dovere, è gratuita e non si può comprare".
“La prima cosa da fare è liberarci di una fede commerciale e meccanica, che insinua l’immagine falsa di un Dio contabile e controllore, non padre.”