«A Venezia scatterà per la prima volta l’obbligo di pagare un ticket di 5 euro per l’entrata»: è giusto? Sì. Si paga quando si compra qualcosa. Ogni oggetto che è sul mercato ha un prezzo. E la vista di Venezia ha un valore che supera di gran lunga i 5 euro.
Quando vado a Venezia, io che ci abito vicino, faccio in modo di affacciarmi su Piazza San Marco dal lato che fronteggia la basilica: scendo dal vaporetto non alla fermata di San Marco, ma quella prima, da lì mi avvio verso San Marco passando per calli e callette finché sbocco su San Marco frontalmente, e guardo la piazza: la basilica mi sta davanti, i caffè sul lato sinistro, il campanile in faccia.
Il campanile è orrendo, così orrendo che il nostro sguardo, educato da Benedetto Croce, finge di non vederlo. Era anche crollato, quel campanile, bastava lasciarlo a terra. Da raffinati masochisti, lo han tirato su. Ed ora eccolo lì, a rovinarci la vista. Mi sono affacciato sulla piazza a braccetto con Ungaretti, e lui esclamò: “Questo campanile bisognerebbe proprio toglierlo”. Se non vedi il campanile, tutta la piazza ti pare così bella che la giudichi senza eguali sulla Terra.
Sì, c’è Mala Strana a Praga, che vista dall’alto sembra una favola. C’è la piazza della Moschea Blu a Istanbul. C’è Montmartre. C’è la strada delle Ramblas a Barcellona. Ma a Barcellona ho avuto la malaugurata idea di entrare nella caravella di Cristoforo Colombo, ormeggiata nel porto a disposizione dei turisti, e m’è venuta una claustrofobia che mi dava le vertigini. Una città è bella se mentre la guardi stai bene.
A Venezia si sta bene. Così bene che ci sono degli amanti che la scelgono per suicidarsi: una scorpacciata di bellezza, prima di lasciare la vita. “Morte a Venezia” è un titolo che ha un senso. “Morte a Parigi” o “a Mosca” no. Pagando un ticket di 5 euro compri questo senso. Come tutta la bellezza, Venezia è per pochi. Se è intasata, è brutta. Il ticket serve anche a questo. A selezionare i visitatori. Ma se tu paghi, quelli che paghi dovrebbero darti la merce, e qui viene il brutto: a Venezia paghi tutto, ma non ti danno niente. Come arrivi a Piazzale Roma, dov’è un parcheggio? E se hai bisogno di fare pipì, dov’è una toilette? Per fortuna che c’è la casa editrice Marsilio lì, e io sono entrato nella casa editrice apposta per avere una toilette. Ma non è una soluzione. E una città senza toilette non è civile.
Venezia rigurgita di turisti, ma non li tratta bene. Paghiamo dunque questi 5 euro, ma in cambio ci diano un trattamento dignitoso.