La guerra in Ucraina è arrivata al giorno 267. La prima neve autunnale è caduta sul Paese, che comincia a entrare nella morsa del freddo mentre si prolungano i periodi senza elettricità e la possibilità di riscaldarsi a causa dei continui raid russi contro le infrastrutture e gli impianti di produzione del gas. Altri missili sono caduti nelle ultime ore sulle strutture energetiche e le forze della Federazione hanno intensificato gli attacchi nell’Est, dove sono arrivate truppe spostate dalla città di Kherson, nel Sud, riconquistata da Kiev la settimana scorsa. Esplosioni sono risuonate nella capitale Kiev, nel porto meridionale di Odessa, a Dnipro e nella regione sud-orientale di Zaporizhzhia, dove anche la centrale nucleare è stata lambita ancora una volta dai colpi.
La compagnia energetica statale Naftogaz ha dichiarato che gli impianti di produzione del gas nell'Ucraina orientale sono stati danneggiati o distrutti. Le Nazioni Unite hanno lanciato l’allarme per una grave crisi umanitaria nell’imminente inverno, con milioni di persone che dovranno affrontare "continue interruzioni di corrente". Scontri tra artiglierie anche attraverso il fiume Dnper che divide in due la regione di Kherson. Gli investigatori ucraini, che stanno setacciando il territorio riconquistato, hanno scoperto 63 corpi con segni di tortura dopo il ritiro delle forze russe. Mosca nega però che le sue truppe abbiano preso di mira i civili o abbiano commesso atrocità. Il presidente Zelensky ha detto che la Russia non vuole la pace, al contrario sta portando ai suoi connazionali "solo tanto dolore e tanta sofferenza".
Intanto, nella consueta conferenza stampa, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, sembrava essersi allineato alle conclusioni del G20 di Bali, affermando che nel Paese nessuno parla o ha mai parlato di armi nucleari, sottolineando che tale narrativa appartiene esclusivamente alle capitali europee, dimenticando però le chiare minacce, tra gli altri, dell’ex presidente Medvedev. Siamo aperti a trattative con l'Ucraina e Kiev ne è a conoscenza, ha detto Peskov. "Qualsiasi negoziato deve porsi degli obiettivi e i nostri sono ben noti. Tali obiettivi possono essere raggiunti con una operazione militare speciale o con negoziati e la Russia è aperta e entrambe le possibilità", l’affermazione che può essere letta in modi contrastanti. Di certo, qualche segnale da Mosca è in arrivo, ma è ancora troppo flebile e ambiguo. E le bombe continuano a cadere su obiettivi civili, provocando morti, feriti e danni ingentissimi.
Un altro colpo all’immagine del Cremlino è arrivato più tardi, quando un tribunale olandese ha condannato tre dei quattro accusati per l'abbattimento del Boeing 777 della Malaysia Airliens MH17 nello spazio aereo dell'Ucraina orientale nel luglio 2014, in cui morirono le 298 persone a bordo. I russi Igor Girkin e Serghei Dubinski e l'ucraino Leonid Kharchenko sono stati riconosciuti colpevoli di omicidio volontario con la pena dell’ergastolo (ma in contumacia, perché non erano al processo), mentre il russo Oleg Pulatov e' stato assolto. L'aereo e' stato colpito da un missile, sparato da quelli che i giudici hanno definito i separatisti ucraini, controllati dai russi. È comunque improbabile che i tre scontino la condanna. Mosca ha definito la sentenza “scandalosa” avendo sempre negato la propria partecipazione alla strage.
La buona notizia della giornata è arrivata con la conferma che l'accordo sul grano firmato a Istanbul a luglio sarà prorogato di 120 giorni, come ha anticipato su Twitter il presidente turco Erdogan, che ha ringraziato il segretario delle Nazioni Unite Guterres, il presidente russo Putin e il leader ucraino Zelensky per gli sforzi volti ad estendere il programma. Dall'avvio dell'iniziativa sono stati esportati oltre 11 milioni di tonnellate di prodotti agricoli attraverso il corridoio umanitario marittimo. L'Italia, con il 9% delle derrate alimentari importate dall'Ucraina, è al quarto posto tra i Paesi che più hanno beneficiato dell’accordo, ricevendo 157mila tonnellate di grano, 624mila tonnellate di mais e 46mila tonnellate di olio di girasole.
Proseguono infine le indagini per accertare la dinamica della caduta di un missile in Polonia. Varsavia ha stabilito che vi saranno funerali di stato per i due contadini rimasti uccisi, Bogdan Wos e Bogdan Ciupek di 58 e 60 anni. La versione accreditata è che si sia trattato di un S300 della contraerea ucraina lanciato per intercettare un attacco russo e finito fuori controllo. I vettori di quel tipo sono dotati di un dispositivo di auto-esplosione prima dell’impatto che però non si sarebbe attivato. Kiev continua però a dubitare di questa ricostruzione e parla ancora di un possibile missile di Mosca. Ma in ogni caso la tensione sull’episodio si è allentata, anche se qualche voce estremista ha sostenuto che l’incidente sarebbe stato inscenato volontariamente dall’Ucraina per costringere la Nato a entrare in guerra. Un’insinuazione respinta sdegnosamente e che non sembra avere in effetti fondamento.