lunedì 18 luglio 2022
Il presidente russo riconosce il peso delle sanzioni sul settore tecnologico: apertura al negoziato? Il Cremlino prosegue la colonizzazione culturale delle zone occupate con nuovi professori a scuola
Guerra giorno 145: le ammissioni di Putin e gli insegnanti mandati da Mosca
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La guerra in Ucraina è giunta al 145° giorno, tra segnali contrastanti dal terreno e dai palazzi della politica. La Russia sembra avere ripreso i bombardamenti contro vari obiettivi a 360 gradi e intensificato la pressione nel Donetsk, senza però arrivare al livello delle scorse settimane, soprattutto nel Donbass. A segnalare le difficoltà di “rigenerare” i reparti impegnati nell’avanzata arriva la conferma che Mosca ha fatto ricorso alla compagnia militare privata Wagner per ottenere rinforzi da inviare al fronte e attutire l'impatto delle perdite sul campo, secondo quanto riferisce l'intelligence militare britannica.

La strategia ucraina è quella di puntare sui missili a lungo raggio forniti dall’Occidente per colpire le retrovie dell’Armata, di cui avrebbe già distrutto il 20% dei depositi di munizioni nel raggio di una settantina di chilometri dalle linee di combattimento. Non a caso il ministro della Difesa Shoigu, durante un incontro con le truppe, ha detto che la priorità è distruggere le basi di lancio mobili in dotazione all'esercito ucraino e annullare la sua capacità di artiglieria. Un’impresa non facile date le difficoltà che l’apparato militar-industriale della Federazione, come ammesso dallo stesso presidente Putin: “Stiamo affrontando problemi colossali a livello tecnologico a causa delle sanzioni occidentali, ma li supereremo. Questa è una sfida per il nostro Paese".

“La Russia non può svilupparsi isolata dal resto del mondo”, ha aggiunto il capo del Cremlino. “E non lo faremo. È impossibile nel mondo di oggi emettere un decreto ed erigere un enorme recinto. È semplicemente impossibile". Parole dalle molteplici interpretazioni possibili. Sono un’ammissione dei problemi che le misure decise da Stati Uniti ed Europa stanno provocando a Mosca? E quindi una possibile apertura a una trattativa che includa un allentamento delle sanzioni? Oppure, semplicemente, un prendere atto davanti all’opinione pubblica interna degli innegabili ostacoli cui si trova di fronte l’economia russa? In ogni caso, parole non comuni dai vertici impegnati nel conflitto.

D’altra parte, la situazione interna è complessa anche per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che in queste ore ha nominato Vasyl Maliuk nuovo capo ad interim del Sbu, i servizi segreti, al posto di Ivan Bakanov, sospeso domenica 17 luglio. Sospesa dall’incarico anche la procuratrice generale, Iryna Venediktova, le cui funzioni sono state affidate al vice procuratore generale Oleksiy Symonenko. Le motivazioni ufficiali sembrano nascondere tentativi di infiltrazione di elementi filorussi nelle due istituzioni chiave in questa fase della guerra.

Per molti in Ucraina non è una sorpresa che Mosca abbia cercato di infiltrarsi nei servizi di sicurezza e nell'ufficio del procuratore. Il FSB, come sottolineano esperti consultati dalla Bbc, ha una lunga storia di tali tentativi. E tutte le agenzie di intelligence lo fanno. Ciò che forse è più sorprendente è la misura in cui ci sono riusciti, minando le difese del Paese in un momento cruciale. La città di Kherson, decisiva strategicamente, è caduta in pochi giorni, con ponti che avrebbero dovuto essere fatti saltare in aria e che invece sono rimasti in piedi. Il timore è che le azioni ambigue di un numero elevato di funzionari e ufficiali abbiano favorito l'offensiva russa, lasciando l'Ucraina esposta all’Armata di invasione. Non si dice che Bakanov o Venediktova abbiano tradito la nazione, ma che abbiano gestito organizzazioni dove altri lo hanno fatto. Il problema dell'infiltrazione dei servizi di sicurezza non riguarda solo Kiev. Infatti, poco dopo l'inizio del conflitto, c'è stata un'epurazione di ufficiali del FSB sospettati di lavorare per l'Ucraina o almeno di simpatizzare per la sua causa.

Da registrare infine come non s’arresti il progetto di colonizzare anche culturalmente le zone occupate da parte di Mosca. Centinaia di insegnanti saranno inviati dalla Russia nelle zone controllate in Ucraina per fornire una "corretta" istruzione agli studenti. I docenti entreranno in servizio all'inizio del nuovo anno scolastico e il Cremlino ha promesso loro uno stipendio di oltre 2.900 dollari al mese rispetto a una retribuzione media di circa 550 dollari. Il messaggio, classificato come "urgente", parla di "insegnanti necessari per le regioni di Zaporizhzhia e Kherson per il periodo estivo". “Il lavoro consiste nel preparare le scuole per il nuovo anno scolastico".

I messaggi sono stati rivelati dal “Washington Post” che li ha ricevuti dall'Alliance of Teachers, un gruppo indipendente in Russia. Ad attirare gli insegnanti è lo stipendio alto, oltre che l'alloggio gratis. Mosca sta conducendo un intenso sforzo di russificazione nelle regioni che ha conquistato, modificando la storia e negando anche la lingua. Partendo da quello che gli studenti imparano a scuola. Il 28 giugno scorso il ministro dell'Istruzione russo Sergei Kravtsov era stato chiaro: in Ucraina il sistema dell'educazione "deve essere corretto".

L’azione di Mosca va comunque oltre la scuola. Ha già preso il controllo della rete di telefonia mobile e dei media nei territori in cui ha rovesciato le autorità legittime, mentre continua la propaganda di Mosca sulla "denazificazione" del Paese. Un decreto firmato dal presidente Putin prevede che gli ucraini si dotino di passaporti russi. E, per settembre, sono previsti referendum nelle zone occupate per verificare se esse vogliono "unirsi" alla Federazione.

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