Caro direttore,
«Mamma li turchi!», ricordavo qualche giorno fa in una precedente lettera al direttore. «Mamma li turchi!», ripeto oggi, fatto esperto degli sviluppi della situazione, ivi compresi i nuovi rapporti di Erdogan con il suo collega russo Vladimir Putin dopo il tentativo di golpe in Turchia. Mi pare, infatti, che tra le varie cause proposte, prevalga quella di una commedia (o, meglio, tragedia) ordita dallo stesso Erdogan come alibi per la sua stretta dittatoriale, eliminando le persone a lui sgradite e minacciando di restaurare la pena di morte. Ferma restando l’esistenza della opposizione, spregevole è il metodo (non solo turco) per contestarla.
«Mamma li turchi!», ricordavo qualche giorno fa in una precedente lettera al direttore. «Mamma li turchi!», ripeto oggi, fatto esperto degli sviluppi della situazione, ivi compresi i nuovi rapporti di Erdogan con il suo collega russo Vladimir Putin dopo il tentativo di golpe in Turchia. Mi pare, infatti, che tra le varie cause proposte, prevalga quella di una commedia (o, meglio, tragedia) ordita dallo stesso Erdogan come alibi per la sua stretta dittatoriale, eliminando le persone a lui sgradite e minacciando di restaurare la pena di morte. Ferma restando l’esistenza della opposizione, spregevole è il metodo (non solo turco) per contestarla.
Antonio Prezioso - Padova
Non credo a una messa in scena, caro amico. In Turchia è accaduto un dramma vero, con conseguenze verissime. Credo, poi, che certi errori si paghino duramente. E se un tentativo di golpe è sempre un errore, un golpe fallito lo è doppiamente. Tanto più che il progetto del presidente Erdogan di “dekemalizzare” (delaicizzare, mi pare troppo: la Turchia non è mai stata una Repubblica laicamente inclusiva…) è davvero inesorabile e la sua allergia alle opposizioni di ogni genere, come lei annota, è impressionante.