Caro direttore,
i cittadini sono ormai coscienti della gravità degli effetti negativi della corruzione sulla legittimità e credibilità delle istituzioni come sulla giusta e corretta distribuzione della ricchezza e sulla stessa sostenibilità e competitività dei sistemi economici. Nell’ultimo decennio, le principali Organizzazioni internazionali ed europee hanno varato specifiche normative convenzionali, cui hanno aderito numerosi Paesi, sollecitando l’adozione di specifici strumenti di contrasto e lo sviluppo di idonee politiche di prevenzione. L’Italia è tra questi.
A partire dal 2012 ha radicato nel suo sistema amministrativo una nuova e specifica funzione di contrasto e prevenzione della corruzione culminata, come è noto, nell’istituzione dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), ma nell’arco di un quinquennio, proprio nel periodo devastante della crisi economica, si è data strumenti e norme di trasparenza amministrativa e di contrasto della malamministrazione. Nuove fattispecie di natura corruttiva sono state inserite nel sistema penale ed è stato introdotto anche nell’ordinamento pubblico il principio di responsabilità amministrativa sino ad allora proprio delle imprese, per spezzare il patto tra corrotto e corruttore che è alla base del triste e deprecabile fenomeno delle tangenti.
Si è introdotta nell’ordinamento una vera 'infrastruttura etica' e il nuovo sistema di garanzia è incentrato sul concetto di 'rischio' inteso come probabilità del verificarsi di un determinato fenomeno corruttivo e, quindi, della consapevolezza delle conseguenze che esso comporta. Identificazione degli atti e dei provvedimenti sensibili, valutazione del livello di esposizione dei pubblici dipendenti, predisposizione di strumenti di prevenzione e individuazione delle sanzioni costituiscono tutti momenti essenziali della strategia di contrasto.
Si tratta dunque di un disegno ricco e variegato, frutto di uno sviluppo normativo complesso che richiede di essere governato perché può trovare ambiti di difficoltà, specie a livello di amministrazioni locali, dove peraltro maggiormente si avverte l’esigenza di garanzie e tutele. È in questo quadro che il ministero dell’Interno e la Prefettura di Reggio Calabria hanno recentemente varato un programma di interventi e azioni di sostegno e affiancamento delle pubbliche amministrazioni locali, con fondi del Pon Legalità 20142020, al fine di contrastare non solo l’infiltrazione mafiosa, ma anche l’ammorbante fenomeno della corruzione, fattore frenante dello sviluppo e del benessere dei cittadini, da estirpare assolutamente dalla vita amministrativa delle istituzioni a qualunque livello. Vengono alla mente in proposito le parole di papa Francesco, nel 2015, quando, in visita al quartiere napoletano di Scampia, gridò: «Un cristiano che lascia entrare dentro di sé la corruzione 'spuzza'. La corruzione 'spuzza', la società corrotta 'spuzza'. Togliere lavoro è corruzione».
Il programma di interventi, di cui saranno destinatari, in via sperimentale, 6 Comuni della nostra Città metropolitana, che saranno selezionati sulla base di rigorosi e predefiniti criteri, si prefigge di potenziare la capacità di analisi della Prefettura delle situazioni di rischio degli Enti locali e di intervenire preventivamente a loro supporto per migliorare i livelli di trasparenza dell’azione amministrativa. In particolare, sarà attivata una task force di esperti per l’erogazione di servizi in materia di predisposizione, analisi e revisione dei Piani anticorruzione, in attuazione della legge 190/2012, che attribuisce al Prefetto il compito di fornire «il necessario supporto tecnico e informativo agli Enti locali».
È una attività che, perciò, sarà realizzata assieme in un clima di reciproca collaborazione nel comune obiettivo di presidiare in favore dei cittadini i princìpi cardine della pubblica amministrazione così come voluta dal Costituente: «imparziale», attenta al suo «buon andamento», quale cardine e condizione dello sviluppo delle comunità locali, dell’ordinato svolgimento della vita sociale e del benessere dei cittadini e in specie delle giovani generazioni. Si tratta di una vera sfida perché si inscrive nel solco di un’azione istituzionale attenta e costante, tesa ad assicurare, giorno dopo giorno, all’interno delle relazioni pubbliche il rispetto degli obiettivi di trasparenza, partecipazione, efficienza e tempestività dell’azione amministrativa e, quindi, di credibilità dello Stato.
Prefetto di Reggio Calabria