Gentile direttore,
il beato Giuseppe Toniolo patrono dei professori? La proposta del professor Giorgio Campanini non può che trovare piena adesione in tutto lo sterminato stuolo dei parenti del neo beato (solo a tener conto dei congiunti della moglie, Maria Schiratti, i discendenti, da soli, non avrebbero difficoltà a stipare la valle di Giosafat; per non parlare che di un solo ramo di quelli acquisiti, come i Sartori, cui si onora di appartenere anche la sottoscritta, anch’essi largamente ligi al biblico comando del «crescete e moltiplicatevi»). Siamo dunque in moltissimi (non pochi anche "professori"), che aderiamo alla proposta. Con un unico neo: per noi, cresciuti in famiglie in cui Giuseppe Toniolo è sempre stato indicato con immenso affetto e venerazione come «el zio Bepi, quelo santo» (come non mancava mai di ripetere ogni volta che lo nominava l’amata zia Carolina, sua nipote), è impossibile accettare anche solo l’idea che Toniolo sia "pisano". Giuseppe Toniolo, nato e formatosi intellettualmente nel Veneto austriaco, mantenne sempre fortissimi legami con la terra d’origine. Non a caso è sepolto nella chiesa parrocchiale di Pieve di Soligo, paese della sua amatissima moglie (e, per uscire dalla cerchia familiare, anche del grande Andrea Zanzotto).
Toniolo fu indubitabilmente professore a Pisa: da quella cattedra, ha indubitabilmente illustrato la cultura italiana, in particolare quella cattolica. Ma restando un veneto.
Se fosse ancora tra noi la zia Carolina, che l’ha santificato con largo anticipo sui tempi canonici agli occhi dell’immensa tribù dei nipoti veri e perfino presunti, dopo un sussulto di indignazione per l’"errore" del professor Campanini, non esiterebbe ad unire ai nostri anche il suo incondizionato voto di approvazione.
Gabriella Sartori
Va benissimo mettere tra virgolette la parola "errore". So per certo che Giorgio Campanini con l’aggettivo "pisano" si riferiva, come ha colto bene e scrive con scintillante verve Gabriella Sartori, alla militanza e testimonianza intellettuale di Giuseppe Toniolo nel celebre ateneo toscano, non certo ai suoi natali e alla sua ottima "stoffa" veneta. Sono sicuro che il Beato, di lassù, sorriderà contento per il rapido quadro familiare che questo (non) "errore" ci ha consentito di gustare. Grazie all’amica Gabriella Sartori.