Caro direttore,
una delle maggiori ricchezze del nostro Paese sta nella qualità dei suoi legami civici, nel mettersi assieme per intraprendere creando impatto sociale, nella connessione tra reti di organizzazioni di società civile che danno risposta alla domanda di cura e riconoscimento dei cittadini, trovando soluzioni che restituiscano dignità e protagonismo a chi è ai margini e si sente scartato. L’appello al nuovo governo delle oltre 100 organizzazioni che hanno sottoscritto il 17 aprile 2020 l’Appello della Società Civile per la Ricostruzione di un Welfare a misura di tutte le persone e dei territori è un bel frutto di questo costruire assieme che crea passioni, entusiasmi e amicizie nella consapevolezza di una comune missione.
Non contiene lamentazioni, ma suggerimenti fondati sull’esperienza sul campo di come un gioco di sponda tra istituzioni e reti di organizzazioni sociali può aumentare la capacità di offrire risposte ai bisogni. In questi giorni gli appassionati di regate e tutti gli sportivi possono osservare stupefatti come l’ingegno e il progresso tecnologico che sfrutta le leggi della fisica e l’interazione tra vento effettivo, procurato e apparente consente a barche avveniristiche che partecipano alla Coppa America di volare sull’acqua più veloce del vento. In campo politico e sociale da ormai qualche anno stiamo lavorando insieme per sforzarci di realizzare lo stesso tipo di progresso sperimentando le forme migliori di interazione tra istituzioni locali e nazionali, imprese profit e organizzazioni di Terzo settore al fine di moltiplicare forze ed energie per realizzare obiettivi di generatività economica e sociale. Nella lettera che abbiamo indirizzato al nuovo Governo partiamo pertanto innanzitutto delle innovazioni già realizzate e riflettiamo su orizzonti di opportunità per sperimentarne delle nuove. In questi anni le nostre reti hanno coniugato creazione di valore economico e sociale con le imprese che fanno reinserimento lavoro e vivono dell’energia della relazione di cura e di riconoscimento con lavoratori che escono da condizioni di disagio.
Abbiamo compreso come il vento e l’energia della relazione nei progetti di budget di salute può favorire iniziative che consentono di recuperare dignità e possibilità di sentirsi utili. Abbiamo sperimentato la forza di progetti di comunità educanti in quella vera e propria rivoluzione copernicana che porta a riconoscere come il compito della formazione non spetta solo a insegnanti mandati spesso da soli allo sbaraglio in contesti difficili, ma può e deve essere un’azione che offre opportunità generative di partecipazione a tutta la comunità.
Tutto questo ha già trovato riconoscimenti importanti (in leggi nazionali e regionali e nelle sperimentazioni in corso di realizzazione su budget di salute, comunità educanti, servizio civile universale) ma può sicuramente trovare nuova linfa consentendo al Governo di realizzare gli obiettivi nobili dichiarati alla sua nascita. Le nuove proposte contenute nella nostra lettera riguardano il potenziamento delle iniziative già citate e realizzate, ma anche forme nuove di risposta alla domanda di senso: proposte di servizio civile degli anziani, patti per l’imprenditoria civile che favoriscano l’uscita verso il lavoro dal Reddito di cittadinanza e altre iniziative che promuovano reinserimento e combattano la marginalità delle tante aree di disagio nell’Italia di oggi.
Ma conta ancor più del 'come' e 'in che misura' le proposte saranno accettate, è il processo e il percorso di co-progettazione che istituzioni e reti della società civile possono e devono proseguire per arrivare a innovazioni e politiche sociali sempre nuove e migliori, come d’altronde ha auspicato la stessa Corte costituzionale nella storica sentenza 131 del 2020 in cui si riconosce all’universo degli enti del Terzo settore uno status giuridico diverso da quello dei tradizionali operatori economici. Quella sentenza della Consulta apre in maniera definitiva e incontrovertibile all’istituto giuridico della coprogettazione tra Stato ed Enti non profit, togliendo centralità alla forma della gara d’appalto tra Enti privati.
È questo il modo migliore infatti per mettere in rete le energie del Paese e mettere assieme competenze ed esperienze complementari e non sovrapponibili rispondendo a quella domanda di partecipazione che se accolta è già di per sé parte del successo dell’azione politica.