Sanremo ha reso triste l'Italia? Sono ben altri gli spettacoli...
sabato 17 febbraio 2018

Caro direttore,
ormai che il Festival di Sanremo si è concluso, posso finalmente dire che un’aura di tristezza e di delusione si è stesa sulla Penisola italiana? Posso dire che tocca specie per quelli che non l’hanno visto, ma ancor più per quelli che non l’hanno voluto vedere, e sono tanti ma tutti senza voce? Anche 'Avvenire', anche quest’anno, ha partecipato al grande evento con reportage quotidiani e, il 9 febbraio, con doppia pagina nell’inserto del venerdì 'Agorà Sette'. Anche nei tg della Rai decine e decine di minuti sono stati dedicati al Festival. È probabilmente troppo! Sono stato considerato troppo severo in altri commenti che le ho inviato sulla Radiotelevisione pubblica: un carrozzone con tanti dipendenti ben pagati per il quale si paga anche un canone... Non il canone, ma il cannone forse sarebbe più utile.

Luigi Donnini

Credo, caro signor Donnini, che ci sia libertà di dissenso, anche severo. Ovviamente pure sul valore del Festival di Sanremo e del 'rito' sociale e radio-televisivo che ha sinora riproposto per 68 anni. Credo anche che sia bene tener conto di che cosa e di come si scrive (o si dice) e non solo di quanto lo si fa, sebbene anche questo pesi. Credo che la tristezza e la delusione dell’Italia – che non sono vaste come lei sostiene, ma non vanno sottovalutate – non dipendano da Sanremo, ma da qualche altro spettacolo non esattamente artistico... Credo, infine, che il 'suo' cannone anti-canone sia metaforico. Per questo la ringrazio e ragiono con lei.

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