Caro direttore,
quando si pensa all’impegno dei cattolici in politica, sembra che l’unico interrogativo sia quello che contrappone il partito unico, o decisamente prevalente, alla cosiddetta dispersione dei cattolici in tutti i partiti. Oppure ci si domanda se i cattolici debbano stare a destra o a sinistra. Peggio ancora ci si chiede se siano più cattolici quelli che stanno a destra o quelli che stanno a sinistra! La verità è che c’è gente eccellente ovunque; ma questo non è sufficiente per avere una politica illuminata da una visione sociale cristiana chiara e forte, in cui si intreccino competenza e solidarietà, spirito di iniziativa e rispetto delle regole; creatività e flessibilità. Non è indifferente stare in Parlamento alla ricerca del bene comune o mettersi alla ricerca di interessi parziali, che rispondano a questa o a quella lobby.
Le nostre lobby sono storicamente rappresentate dalle famiglie, dalle piccole e medie imprese e da tante 'categorie fragili' fatte di persone povere, malate o con disabilità. Eppure il Ministero della famiglia e della disabilità sembra il grande assente delle politiche di questo Governo, schiacciato tra i due vicepremier in lotta per la loro personale leadership.
Dall’opposizione non riusciamo ad avere voce per difendere i diritti dei più fragili. La battaglia non è più tra destra e sinistra, contrapposte tra di loro, ma è diventata una battaglia tra Lega e Cinquestelle, ambiguamente rivali ed alleati. Il loro approccio, così sistematicamente competitivo e conflittivo, non consente certo di far emergere una visione della politica nella quale i cattolici possano ritrovarsi pur stando in partiti diversi! Il dramma è che la nostra democrazia appare viziata dall’interno, come se fosse incapace di far emergere quel Bene comune che invece dovrebbe costituirne l’anima. Il giornale che lei dirige può perciò aiutare a far emergere non solo le diverse posizioni, per cui si affiancano favorevoli e contrari; ma le potenziali mediazioni in cui proprio tra i cattolici si cercano le potenziali soluzioni, che non sono mai di destra o di sinistra, gialle o verdi!
Speriamo che il 2019 ci trovi più uniti e consapevoli in questa battaglia di pace in cui la demagogia e il populismo facciano un passo indietro davanti all’urgente necessità di riforme pensate insieme, discusse insieme, decise insieme e realizzate insieme. Almeno a partire da quanti si riconoscono come parte di quella 'minoranza creativa' che è rappresentata dai cattolici impegnati, sia in politica sia nelle cento altre attività della società civile... In questi giorni, da destra e da sinistra, dall’intera opposizione abbiamo reagito davanti a fatti, emendamenti, che ci hanno lasciato interdetti e ci hanno mobilitati, come il raddoppio dell’Ires sulle attività del Terzo settore.
Dovevamo già fare i conti con una legge ad hoc che crea anche confusione tra il lavoro gratuito dei volontari e il lavoro in nero. Prestare gratuitamente un servizio sta diventando problematico per le Aps. Nella mente sospettosa di qualcuno il lavoro non retribuito equivale a sfruttamento e non, come avviene nel volontariato, a un lavoro generosamente prestato... La cultura del sospetto sta trasformando in evasori fiscali tutti coloro che, organizzando un lavoro socialmente utile, desiderano solo venire incontro alle necessità della gente, senza nulla chiedere in cambio.
L’ingerenza dello Stato nel controllo burocratico delle 'opere di misericordia' sta rendendo eroico svolgere mille piccole incombenze che età e malattia, ignoranza e povertà, trasformano spesso in ostacoli insormontabili. Sono queste le battaglie quotidiane nei grandi e piccoli centri a cui la politica oggi non sa o non vuole dare risposta. La solidarietà, che nella nostra società è frutto di una visione cristiana della vita, diventa ogni giorno più difficile. Questo Governo non ci piace: è bene dirlo con chiarezza! Ma abbiamo guardato con estrema perplessità anche gli ultimi due Governi precedenti, non solo per come hanno trattato vita e famiglia, ma anche per l’incapacità di affrontare il problema dei migranti e lo stesso Terzo settore. Come sempre, caro direttore, contiamo su 'Avvenire', perché - creda - non è che i cattolici non sanno più che cosa dire e come fare... è vero piuttosto che intorno a noi e alle nostre idee e azioni c’è un silenzio assordante dei media, che comincia davvero a far paura.
* Senatrice dell’Udc