Gentile direttore,
il presidente della Campania De Luca ha chiaramente auspicato l’uso delle chiese per effettuare la vaccinazione di massa che, si spera a breve, investirà tutta cittadinanza. La questione è seria e certamente la Chiesa farà la sua parte (come ha sempre fatto, nei secoli) anche in termini logistici per favorire il bene comune di tutti. Tuttavia, non vorrei sia fondato il timore che ciò possa trasformarsi in un ulteriore tassello verso la desacralizzazione della società laddove per chiese si intendano quelle adibite abitualmente al culto. Le chiese non sono solamente edifici ampi dove si può garantire il distanziamento fisico in tempo di pandemia, ma sono i luoghi dove le comunità vivono la propria esperienza di fede, fatta di presenza fisica e soprattutto luogo della Presenza che salva. Depotenziare la dimensione sacrale del luogo in cui si fa esperienza del Sacro, per antonomasia, potrebbe deprivare l’uomo di ciò che è indispensabile, seppur invisibile, alla pari della salute del corpo. In fondo, chi vuole vedere la Chiesa quale «ospedale da campo dopo una battaglia» con gli occhiali appannati del materialismo e non con gli occhi di Cristo, tenderà sempre a ridimensionare quella cosa, ostinatamente antipatica per chi si crede autosufficiente, che si chiama culto, pubblica espressione di una comunità credente che cerca e celebra una esperienza totalizzante nata dall’incontro con Dio.
Francesco Mazzarella Napoli
Non mi aspetto, gentile lettore, una massiccia e indiscriminata trasformazione delle nostre chiese parrocchiali in ambulatori. E non credo che ci sarà, né in Campania né altrove. Anche se trovo che non c’è nulla di scandaloso, anzi, in una pratica antica come la Chiesa. Da sempre, in caso di necessità, anche i luoghi di culto sono stati messi a disposizione per occuparsi della salute del corpo oltre che di quella dell’anima. Una delle grandi vocazioni delle comunità cristiane è infatti il soccorso del povero e del malato. Il nostro Paese, poi, è letteralmente gemmato di chiese bellissime, ma in tutto o in parte private di affreschi “mangiati dalla calce” gettata sulle pareti, sopra i cicli pittorici che le istoriavano, perché durante le pestilenze e altre epidemie quegli edifici sacri erano stati trasformati temporaneamente in ospedali. Oggi ci sono altre condizioni e non credo che la necessità sia impel-lente, vedo piuttosto che si parla molto di sfruttare i luoghi dello sport e dello spettacolo man mano che la campagna di vaccinazione di massa entrerà nel vivo. Ma in tutto ciò che è utile e indispensabile al bene comune, come lei so che la Chiesa collaborerà a fondo. E proprio perché guarda con gli occhi di Cristo e agisce con le Sue mani.