Caro direttore,
continuiamo tutti a riflettere sulla drammatica conclusione della vicenda terrena di Vincent Lambert. Consummatum est! Per ciò che ha sofferto egli è certamente nella Luce. Come cristiani, a noi non resta che pregare per i suoi genitori, straziati dal dolore, e per i cuori induriti di quanti hanno tenacemente perseguito questa conclusione: far morire Vincent per denutrizione e disidratazione, con la coscienza sedata dai farmaci per mascherare la disumanità della condanna a morte. Vincent non era un malato terminale, non era in stato vegetativo, non aveva sottoscritto alcun biotestamento con la richiesta di non essere più alimentato e nutrito.
La sua vita non dipendeva dalle macchine, ma dipendeva interamente dalla volontà delle istituzioni e di chi legalmente lo rappresentava. Un uomo, dunque, che non aveva voce, totalmente alla mercé di chi decideva per lui. Qualcosa di simile si era già verificato per Terri Schiavo e per i piccoli Charlie, Alfie e Isaiah. Di altri casi casi non si è saputo nulla, solo perché non vi sono stati conflitti con i medici o con le istituzioni. Non possiamo nasconderci che queste condizioni potrebbero verificarsi anche nel nostro Paese.
Infatti, nei pazienti incapaci di manifestare le proprie volontà, la legge sul biotestamento (219/2017) consente al legale rappresentante di ottenere la sospensione di idratazione e nutrizione, accompagnata dalla sedazione profonda. In Italia, non sarebbe richiesto neanche l’intervento di un giudice, salvo che il medico curante non fosse in dissenso con la decisione. Occorre chiedersi se ciò abbia a che fare con l’autodeterminazione o se non si tratti di qualcosa che non ha più nulla di umano, che scarta e calpesta le vite considerate ormai inutili.
Bisognerebbe cioè chiedersi se stiamo lavorando per affermare il diritto a morire per mano medica di qualche disperato, o se invece non stiamo affermando il dovere di morire per le vite ritenute inutili o non più degne di essere vissute, il cui numero è inevitabilmente destinato a crescere. Penso al campo sterminato dei dementi in fase avanzata, in questo periodo storico, in cui la denatalità e l’invecchiamento stanno minando alle fondamenta la sostenibilità del sistema sanitario e previdenziale. Infine, è ora di riconoscere che legge sul biotestamento viene usata per ottenere lo sdoganamento della 'morte medicalmente assistita'.
Nel processo a Cappato per la morte del Dj Fabo, il magistrato, nel sollevare la pretesa incostituzionalità dell’art. 580 del codice penale nella parte che sanziona l’aiuto al suicidio ha fondato la sua ordinanza sul fatto che la morte per disidratazione e denutrizione all’interno delle strutture sanitarie è già permessa dalla legge 291/2017. Malgrado la smobilitazione del periodo di vacanze, credo che occorra lavorare perché quella normativa sia emendata positivamente, evitando che possa costituire l’alibi per introdurre già a settembre nel nostro ordinamento il suicidio assistito. Senza che ciò si realizzi, sarà arduo fermare la perversa logica di chi, dovendo affrettare la morte di una vita ritenuta non più degna di essere vissuta, vorrebbe farlo nel modo più rapido e indolore.
*Ordinario di Neurologia e già parlamentare