sabato 8 giugno 2024
Un terzo dei film e delle serie è non americano. Conferma della Corea del Sud, la sorpresa del film polacco “L’amore dimenticato”
La classifica dei "più visti" su Netflix

La classifica dei "più visti" su Netflix - .

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Pochi giorni fa Netflix ha pubblicato – come fa da meno di un anno – il suo report su film e serie più visti nel semestre precedente (in questo caso quindi luglio-dicembre 2023), e il panorama presenta una serie di dati davvero interessanti e in alcuni casi sorprendenti. L’azienda americana accompagna il rapporto con commenti abbastanza neutri, limitandosi a sottolineare alcuni trend comunque rilevanti: il primo è che circa un terzo dei contenuti visti hanno un’origine diversa dagli Stati Uniti, con la Corea in testa (totalizza il 9% delle visioni su Netflix) seguita dalla Spagna con il 7% e dal Giappone con il 5%. Sta quindi diminuendo in modo significativo il dominio americano: nelle sale cinematografiche, per esempio, sono molti i Paesi in cui il cinema Usa ha ancora il 90% del mercato. Un altro dato molto interessante è che circa il 15% delle visioni riguarda i prodotti per bambini.


Le produzioni più viste sono quelle meno raccontate
dagli altri media. Gli spettatori
si orientano verso storie ben narrate
ma non necessariamente innovative e provocatorie



Inoltre, alcuni prodotti che erano stati già resi disponibili in mesi e anni precedenti continuano ad andare molto bene: non solo la terza stagione di Lupin ha totalizzato 50 milioni di visualizzazioni, ma le due stagioni precedenti (la prima è del 2021) hanno aggiunto in questo semestre altri 20 milioni ciascuna. La cosa per noi ancora più rilevante è che al top delle serie Tv ci sono titoli di cui i media (almeno da noi, ma credo un po’ in tutto il mondo) hanno parlato pochissimo. La serie più vista del semestre è One Piece, coproduzione americano-giapponese che adatta in live action un fumetto di avventura che aveva già avuto una versione in serie di animazione (una recensione che consiglia One Piece si può trovare per esempio sul sito Orientaserie). Si tratta di una storia di avventura, adatta a tutti i pubblici, dai ragazzini in su, in cui il giovane protagonista è un pirata che insegue il sogno di trovare il più grande tesoro del pianeta, il famoso “one piece”, insieme con un gruppo di amici.

E se il fumetto ha battuto tutti i record (anche quelli di Batman), superando i 500 milioni di copie vendute, la prima stagione della serie live action, uscita in questo semestre, guida la classifica con 71 milioni di visualizzazioni, che moltiplicato per le più di 7 ore della durata della stagione danno origine a circa 500 milioni di ore viste. Anche al secondo posto c’è una serie da noi praticamente sconosciuta: è la tedesca Liebes Kind, in italiano La mia prediletta, crime thriller lontanamente ispirata a fatti veri. Se ne è parlato talmente poco che essa non ha neanche una pagina di wikipedia in ingleseo in italiano, ma ha comunque totalizzato 52 milioni di visualizzazioni nel mondo.



Bene anche alcuni titoli italiani,
tra cui “Odio il Natale” e “Suburræterna”
In generale, la tendenza è a cercare
contenuti semplici e popolari, nel senso migliore

Sono poi da notare le ottime performance di prodotti già andati in onda su reti generaliste, come Suits (altra serie molto positiva), oppure Grey’s Anatomy o Young Sheldon: nelle loro varie stagioni hanno tutte totalizzato decine di milioni di visualizzazioni, con Suits che da sola arriva a quasi 150 milioni in totale. Anche fra i film si possono notare alcuni dati sorprendenti. Era prevedibile che il film più visto fosse un thriller psicologico apocalittico con un grande cast (Julia Roberts, Ethan Hawke e altri di quel livello): Leave the World Behind (Lascia il mondo dietro di te), seguito da un film d’azione alla Mission Impossible, Heart of Stone, con la wonder woman Gal Gadot e Jamie Dorman, e da un simpatico film di animazione, Leo.

Ma dopo una manciata di filmoni americani, ecco che compare con più di 40 milioni di visualizzazioni un film polacco, L’amore dimenticato, adattamento di un romanzo degli anni ’30 ( Znachor, che significa stregone, ciarlatano, e che è anche il titolo originale del film), un classicissimo film di buoni sentimenti, con un cast e un regista ovviamente sconosciuti in tutto il mondo, tranne che in Polonia. Il film narra la storia di un medico di grande prestigio e di grande bontà che in seguito a un colpo in testa ricevuto durante una rapina (era andato a trovare un malato povero in un quartiere popolare e malfamato) perde la memoria e inizia una vita da ramengo in un piccolo paesino di campagna: si accorge però che – un po’ come se fosse un mago (il termine Znachor ha anche questa accezione in polacco) sa guarire i malati e capire cosa hanno. Il film segue anche le vicende della figlia del medico, che lasciamo bambina e troviamo giovane donna, fino a un finale commovente e felice. Un classico film di “buoni sentimenti”, molto ben girato e recitato.

In sintesi, quindi, che cosa indicano questi dati? A nostro parere la lettura più importante è quella che uno dei due fondatori di Netflix, il responsabile dei contenuti Ted Sarandos, ha recentemente dichiarato in un’intervista al New York Times. Sarandos dice che hanno sbagliato dieci anni fa a definirsi la nuova HBO (HBO, se non fosse noto, è il canale a pagamento americano famoso per le sue serie innovative ma anche molto trasgressive, come Sex and The City, I Soprano, Il trono di spade). Abbiamo sbagliato a dire questo – afferma Sarandos – perché noi in realtà vogliamo essere HBO e la BBC e la CBS (e la Rai, potremmo aggiungere noi in Italia). In altre parole si tratta della esplicitazione di una svolta fortemente generalista della piattaforma. Non più (solo) show fortemente trasgressivi, molto probabilmente perché si sono accorti che essi fanno magari molto parlare di sé, ma poi il pubblico vero guarda serie molto più generaliste come Stranger Things o Lupin o – appunto – Suits.

Nell’intervista, Sarandos magnifica anche le nuove possibilità di scelta del consumatore (importanti soprattutto per il telespettatore americano, abituato a vedere solo prodotti creati nel proprio Paese) di accedere a contenuti diversi, da tutto il mondo. E spiega che, quando si accorge che un prodotto è di grande successo nel Paese di origine, l’algoritmo tende a proporlo e a metterlo in evidenza anche presso gli utenti di altre nazioni, contribuendo così a generare quei fenomeni globali che sono stati La casa di carta o il film polacco di cui abbiamo appena parlato.

E i prodotti italiani? Anche qui qualche sorpresa, grazie alla sintesi che ha fatto Eliana Corti, giornalista del mensile Tivù, a partire dai diecimila film e le settemila serie che ci sono nel report di Netflix, abbiamo la classifica dei prodotti italiani più visti. E, altra interessante novità, al primo e terzo posto fra le serie Tv abbiamo le due stagioni di Odio il Natale, prodotte da Lux vide e interpretate dalla simpatica e talentuosa Pilar Fogliati. Anche qui un prodotto fortemente generalista, un po’ sbarazzino, ma sicuramente di buoni sentimenti, che raggiunge quasi i 6 milioni di visualizzazioni per la prima stagione (che era presente sulla piattaforma già da un anno) e supera i 4 milioni per la seconda, inaugurata il 7 dicembre 2023. Al secondo posto abbiamo invece Suburræterna, sequel della serie Suburra, che parla di delinquenza e malaffare nella capitale d’Italia e della cristianità.

Fra i titoli italiani che invece Netflix non ha in esclusiva (quindi sono presenti sulla piattaforma solo in alcuni Paesi), sul podio ci sono Django (western che da noi è andato su Sky), con 1.300.000 visualizzazioni, la terza stagione di Mare fuori con circa 400.000, seguita subito dopo dalla prima stagione di Viola come il mare (altro prodotto Lux vide fortemente generalista, che era già andato in onda su Canale 5), sempre a 400.000 visualizzazioni.

Fra i film è molto più forte il dominio nordamericano e per l’Italia non c’è grande presenza. Il primo film che compare è il revenge movie Il mio nome è vendetta, che era uscito già da più di un anno, ma continua a macinare visualizzazioni. Il film è prodotto da Colorado, una azienda che non punta ai premi, ma ai numeri: sono gli stessi del Fabbricante di lacrime, uscito nel 2024, che sarà quindi nel prossimo report, dei film dei Me contro Te, che incassano benissimo al botteghino, e di alcune garbate commedie, spesso con Fabio de Luigi, come Tre di troppo, 10 giorni senza mamma, ecc. In sintesi, c’è quindi molta distanza fra quello di cui parlano i giornali e i critici e quello che la gente vede veramente, che poi è molto più semplice e popolare, nel senso buono del termine. E la notizia interessante è che Netflix vuole conquistare in tutto il mondo il pubblico che da noi è su RaiUno. Vedremo se e quanto ci riuscirà.

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