I ragazzi di una scuola media fiorentina condividono con me la bella lettera che hanno indirizzato a don Rosario Morrone, scossi dalle parole e dai gesti di benedizione e di denuncia con cui ha accompagnato le vittime della tragedia di Cutro. C’è da rifletterci su…
Gentile direttore,
frequentiamo la terza media alla scuola “Carducci” di Firenze. Con la nostra insegnante di religione, abbiamo riflettuto sulla tragedia dei migranti naufragati sulla costa calabrese nei pressi di Steccato di Cutro e abbiamo pensato di dire la nostra sull'accaduto in dialogo con don Rosario Morrone, un sacerdote che è parroco in quella zona e ha saputo trovare parole e gesti che ci hanno scosso dentro. Ecco il testo della nostra lettera. «Caro don Rosario, abbiamo potuto vedere i suoi interventi alla tv in merito al naufragio avvenuto sulle coste crotonesi e abbiamo discusso in classe sui suoi discorsi. Grazie alle sue parole abbiamo compreso l'importanza della vita umana, di lottare per i diritti di tutti senza farci influenzare dalla nazionalità, dalla razza, dalla religione, di lottare per gli ultimi, i deboli e gli indifesi, proprio come dice il Papa nella enciclica “Fratelli tutti”. Abbiamo compreso l'amore civile per la nostra polis e, pur senza schierarci ora per nessun partito, sentiamo di poter esprimere anche noi la nostra opinione: si potevano salvare molte vite, ma non è successo e quindi adesso ci sentiamo in dovere di aiutare le persone che sono riuscite a sopravvivere. Siamo rimasti molto colpiti dall'umanità che hanno dimostrato i cittadini del Crotonese nel dare degna sepoltura ai morti del naufragio e a tutti gli aiuti umanitari verso i sopravvissuti compresa la consolazione donata a una mamma disperata che urlava per aver perso il proprio figlio. È stato un gesto di estrema gratuità e pensiamo che tutti dovremmo imparare dalla loro generosità. Siamo stati molto colpiti dalle sue parole don Rosario, dal suo coraggio nell'esprimere direttamente e senza filtri un pensiero che condividiamo, di fronte a politici e cittadini. Le assicuriamo di aver imparato ad essere più solidali con chi ha più bisogno di noi. Confidiamo in una sua risposta e la salutiamo con tanto affetto». Grazie, direttore, anche a lei e alla sua redazione.
Gaia, Sabrina, Margherita, Eleonora, Camilla, Vittoria, Margherita, Cosimo, Martino, Leonardo, Giulio, Marialaura, Federico, Melissa, Sara, Mattia, Leonardo studentesse e studenti della 3ª H Scuola media “Carducci”, Firenze
Pubblico volentieri la vostra lettera, care ragazze e cari ragazzi, e così faccio in modo che le belle riflessioni che contiene raggiungano nel modo più rapido ed efficace don Rosario Morrone nella sua parrocchia di Botricello (e tanti, tanti altri). È importante ciò che dite, dimostrando empatia, solidarietà e una giusta idea dell’umana civiltà che dobbiamo saper vivere e difendere. Ed è importante che facciate emergere anche in questo modo la grande qualità del lavoro svolto con gli insegnanti che vi accompagnano nella vostra crescita, a cominciare in questo caso dalla professoressa di religione. Mi sembra molto importante pure quello che dite a proposito della testimonianza cristiana del sacerdote a cui vi rivolgete e che ha saputo farsi ascoltare e capire da giovani persone con testa e cuore, sapendo scuotere e aiutando a “vedere” per davvero e sino in fondo, al pari di tanta solidale gente del Crotonese, la verità di questa ennesima tragedia. Come scriviamo e documentiamo da anni sulle pagine di “Avvenire” (sia su carta sia attraverso internet), ogni naufragio dell’umanità provoca strage di vita e di speranza. Anche le vostre parole sono preziose e il vostro impegno è essenziale. Le nuove giovani generazioni sono molto di più e molto meglio del racconto mediatico prevalente che le riguarda. E tutti coloro che fanno di tutta l’erba un fascio e dicono sempre, con amarezza e persino con asprezza, “i giovani, i giovani…” credo che possano trovare nella vostra lettera qualche serio motivo per cambiare ritornello. Avrà, forse, motivo di riflettere anche il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che ha addirittura fatto evocare la possibilità di azione legali contro questo buon prete che ha benedetto le salme delle vittime di Cutro e dato voce al dolore e alla consapevolezza della gente calabrese per le sofferenze delle migrazioni forzate, rese irregolari e consegnate ai trafficanti di esseri umani soprattutto dalle regole e barriere sbagliate e cieche che abbiamo accumulato anche in Italia e in Europa. Prometto, care amiche e cari amici, di mettervi in contatto con don Rosario. Grazie, e buon lavoro a scuola, nella società nuova e nella comunità cristiana rinnovata che in questi anni di formazione già state cominciando a preparare e alla quale, ne sono certo, saprete dare anima e slancio.