Giuseppe Dalla Torre: mite e tenace costruttore di cultura e di giustizia
venerdì 27 agosto 2021

Caro direttore, oggi, 27 agosto, avrebbe compiuto 78 anni Giuseppe Dalla Torre, già presidente del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, professore di Diritto canonico ed ecclesiastico nelle Università italiane ed editorialista di 'Avvenire', tornato alla casa del Padre lo scorso 3 dicembre a causa del Covid-19. Il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, durante l’omelia tenuta nella Messa esequiale, ha posto l’accento su due sue peculiarità: l’essere laico nel solco dei documenti del Concilio Vaticano II e del successivo magistero pontificio e cioè «vivere nel secolo, implicati in tutti i diversi doveri e lavori del mondo e nelle ordinarie condizioni della vita familiare e sociale», e il suo essere «un fedele e devoto servitore della Sede Apostolica e dei Sommi Pontefici», impegno «verrebbe da dire vocazionale».

Lo stesso papa Francesco, nel telegramma di condoglianze inviato alla famiglia, lo ha ricordato come «illustre giurista, stimato uomo di cultura e fedele collaboratore della Santa Sede», ma anche capace di una «luminosa testimonianza cristiana». Ci saranno modi e tempi per analizzare approfonditamente questi aspetti della vita del professor Dalla Torre, così come i suoi meriti scientifici e accademici. In questa occasione, invece, vorrei ricordarlo facendo presente un’altra attività portata tenacemente avanti dal Dalla Torre, e cioè la guida sapiente e lungimirante della Libera Università Maria Santissima Assunta (Lumsa) di Roma.

Seconda Università cattolica d’Italia, fondata nel 1939 dal Vicariato di Roma e dalle Congregazioni per i seminari e per i religiosi come Magistero riservato alle religiose, la Lumsa nel ’90 si trasforma in Università con l’istituzione della Facoltà di Lettere e Filosofia e nel 1991 viene chiamato a reggerla come rettore proprio Dalla Torre, allora docente presso l’Università di Bologna. Sotto la sua guida, come ha ricordato anche il cardinale Parolin nella citata omelia, l’Ateneo «ha acquistato una significativa centralità culturale nella città di Roma, centralità che prima non possedeva». In effetti, grazie alla sua sapiente conduzione, la Lumsa si è fatta strada nel dibattito pubblico, ha portato avanti numerose iniziative scientifiche e culturali ed è cresciuta nei numeri, nelle strutture e nell’offerta didattica.

Se nel 1991 contava 1.360 iscritti nell’unica, storica, sede di via della Traspontina, nel momento in cui Dalla Torre ha lasciato l’incarico nel 2014 vi erano 7.340 iscritti nei 16 corsi di laurea e laurea magistrale attivi, 71 docenti di ruolo con un piano di ulteriori assunzioni già approvato e 120 amministrativi, dislocati in più sedi, anche in altre città d’Italia. Il carattere mite e gentile di Giuseppe Dalla Torre e le sue doti umane universalmente riconosciute gli hanno consentito di divenire un sicuro e solido punto di riferimento anche per tutti gli Atenei liberi italiani, tanto da essere eletto, primo rettore di una Università non statale, vicepresidente del Crul (Coordinamento delle Università del Lazio), componente del Consiglio Direttivo della Crui (Conferenza dei Rettori delle Università italiane) e, per tanti anni, rappresentante dei rettori in seno al Cun (Consiglio Universitario Nazionale).

È difficile elencare le numerose linee di impegno dei ventitré anni di rettorato di Dalla Torre, tuttavia vanno evidenziate tre azioni che hanno reso possibile all’Ateneo di rafforzarsi e porsi all’attenzione della comunità scientifica nazionale: la scelta di docenti di chiara fama provenienti da tutta Italia per gli insegnamenti non coperti dai docenti di ruolo, l’istituzione, con l’importante contributo dell’Unione Giuristi Cattolici, di cui è stato anche presidente, della Facoltà di Giurisprudenza nel 1995 e l’apertura della sede di Palermo nel 1999, dando seguito all’auspicio del Convegno della Chiesa italiana tenutosi nel 1995 proprio nel capoluogo siciliano, della presenza di una Università cattolica nel Sud d’Italia. A quest’ultima e non semplice iniziativa, che ha formato centinaia di ragazzi e ragazze con importanti risultati, Dalla Torre ha dedicato notevoli sforzi, che, però, hanno permesso alla Lumsa di essere la prima e unica università centro-settentrionale ad aver investito risorse umane e finanziarie nel Meridione, ad aver assunto personale in loco e ad aver iniziato la riqualificazione di un’intera zona di Palermo.

Un accenno, infine, è doveroso per la sua ultima intuizione: la fondazione, nel 2012, dell’Ascev, la Scuola di formazione in Diritto canonico, ecclesiastico e vaticano, che ha reso possibile, con i suoi corsi e le sue pubblicazioni, il rilancio, la promozione e l’approfondimento del Diritto vaticano. Tutto ciò Dalla Torre, che aveva fede solida e genuina, non lo ha fatto per gloria personale o dell’Ateneo, ma per contribuire, attraverso la carità intellettuale, a sviluppare quella civiltà dell’amore che i diversi Papi che si sono succeduti nel Novecento auspicano e perché ha fatto proprio l’ideale della fondatrice della Lumsa, la venerabile Luigia Tincani, e cioè impegnarsi per la formazione integrale dei giovani, affinché crescano nella verità e nella scienza. Ben si può dire, quindi, parafrasando il Vangelo, che il seme che il professor Dalla Torre ha piantato è divenuto un albero ed ha portato molti frutti.

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