È notizia di questi giorni. Cala Violina, una delle spiagge più belle della Toscana, la prossima estate sarà accessibile solo dietro prenotazione e a pagamento. Per gustare la sua bellezza occorreranno 2 euro a persona. La misura si è resa necessaria perché durante la scorsa estate molti sono stati i problemi causati dall’accesso dei turisti e dalle loro abitudini non proprio civili. Dai fuochi accesi senza permesso alle buste piene d’immondizia lasciate in giro, ma più in generale è proprio l’affollamento, specie nei mesi di luglio e agosto, a mettere in pericolo il delicato ecosistema di questa meraviglia.
Qui non si vuole criticare la decisione: è giusto, sacrosanto, salvaguardare il patrimonio naturalistico, e bene hanno fatto gli amministratori locali a decidere in tal senso, rinunciando anche a maggiori entrate che sarebbero arrivate nelle casse comunali continuando ad accogliere un numero indiscriminato di turisti. Quello che colpisce è il metro scelto. Sempre lo stesso. Anche in questo senso gli amministratori del comune di Scarlino, nel cui territorio spicca Cala Violina, non hanno particolari responsabilità, se non quella di aver obbedito alla norma che eleva il denaro a unico strumento di selezione umana. Universalmente è così. Occorre scremare? Selezionare? Scegliere? Semplice. Basta apporre un prezzo, un’asticella che si può superare soltanto dietro esborso di pecunia. Questo metro non solo favorisce sempre e comunque chi ha maggiori disponibilità finanziarie, ovviamente, ma soprattutto nulla dice di chi si è offerto ed è stato prescelto.
Quale certezza abbiamo che il pagamento dei 2 euro sia in qualche modo esplicativo delle intenzioni, e della buona educazione, di chi si è resto disponibile a versarlo? Chi ci dice che il turista con il biglietto pagato sia veramente rispettoso di Cala Violina? Si parte da questo assunto. È una lettura evidente. Il pagamento è il discrimine. Detta una gerarchia vecchia quanto il mondo. Da una parte quelli che pagano, quindi possono. I ricchi. I potenti. I civilizzati. Dall’altra i poveri, che non possono a prescindere, maleducati per natura. Possibile che non esistano altri metri da utilizzare oltre il denaro? A guardare la storia dell’uomo esistevano eccome. Nell’antica Cina, chi aspirava alla carica di governatore doveva sottoporsi, fra le altre, alla prova di componimento poetico. La poesia rivelava carattere e visione, estro e lucidità. In buona sostanza, rivelava l’animo dell’aspirante governatore. Il denaro non è talento, non rivela nulla, anzi, il più delle volte occulta, oppure camuffa.
Meno che mai, rivela l’amore di un individuo nei confronti di qualcuno o qualcosa. Se proprio si deve selezionare, e spesso purtroppo è doveroso, perché non trovare altre vie, modalità, valori su cui agire? Una poesia per essere ammessi a Cala Violina. Una dichiarazione d’amore per godere della sua bellezza. Sembra follia pura. E pensare che, in un lontano passato, così sceglievano i propri politici.