Gentile direttore, ho seguito i tg e non uno straccio di notizia, nei titoli, sull’evolversi del calvario del piccolo Alfie. A mio giudizio, a questo punto, non dovrebbe sfuggire a nessuno che è in atto un vero e proprio scontro tra la vita e la morte... «Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello...». Come afferma il padre, il piccolo Alfie, al quale potrebbe addirittura essere stata diagnosticata una sindrome errata, sopravvive appunto, non per un miracolo, ma semplicemente perché i medici non sono infallibili. E c’è da crederci. Altro che fingere di ignorare la disperata vicenda o limitarsi a brevi dispacci, ma i tg, fatta eccezione di Tg2000 che dà sempre ampio spazio, a mio avviso, dovrebbero riservare maggiore attenzione al fine di contribuire a una mobilitazione che convinca le autorità inglesi a far sì che il piccolo Alfie riceva le cure appropriate e del caso in Italia.
Clemente Carbonini Tirano (So)
Purtroppo, caro amico, non ho elementi per dire che nel caso di Alfie Evans la diagnosi terribilmente infausta sia un errore. La 'resistenza' del piccolo paziente inglese, invece, offre a tutti motivo di riflettere sulla forza imprevedibile, imprecisa e sconvolgente della vita, sulla gelida presunzione di una medicina senza più umanità e di una legge senz’anima e sulla forza dell’amore di una madre e di un padre... Quanto poi all’informazione televisiva italiana sulla vicenda, è stata e resta diseguale e spesso assai distratta o indifferente, ma è andata in crescendo e alcuni colleghi direttori l’hanno 'spinta' anche in prima persona. Insomma, in questi giorni decisivi, così colmi di angoscia e di speranza, il Tg2000 (con tutta Tv2000) è stato un po’ meno solo nel gran lavoro di cronaca e di approfondimento che, come lei sottolinea, ha sempre garantito. Meno male. Ripeterlo sembra inutile, e invece è necessario: la sensibilità non pietistica ai casi dei poveri, dei piccoli, dei deboli e dei fragili è indice fondamentale della civiltà di un sistema mediatico e della società che dovrebbe servire.