Ma c'è un'agenda condivisibile per il domani: lavoriamoci insieme
martedì 2 agosto 2022

In questa strana estate elettorale dopo la caduta del governo Draghi gli italiani si domandano se può esistere un rapporto migliore con la politica. Molti dubitano che sia possibile, hanno gettato la spugna e non andranno a votare facendo crescere ancor più il primo partito, quello dell’astensione. L’offerta politica è frastagliata e il rapporto con la comunicazione si gioca sul modello dei comitati elettorali e dei leader o aspiranti leader che si fronteggiano. Dall’altro lato della relazione ci siamo noi, c’è la domanda politica che deve incontrare quest’offerta ed è costituita però non solo di singoli cittadini isolati che alla fine scelgono un sovrano illuminato, ma di una società civile fatta di organizzazioni sociali, imprese, istituzioni formative che, a partire dall’impatto con i tanti problemi del quotidiano, hanno progressivamente maturato una visione comune 'sul campo', riflettendo su alcune delle migliori pratiche che nella nostra realtà hanno pian piano indicato vie nuove. Facendo emergere alcune parole chiave come generatività, sussidiarietà, partecipazione, cittadinanza attiva, coprogettazione, consumo e risparmio responsabile, economia della cura e delle relazioni, inclusione, atteggiamento contributivo e non estrattivo. Insieme a tutto questo nasce e si sviluppa un’economia e una società vitale che non presume di essere migliore ma sa mettere a fattor comune la ricchezza di diverse competenze ed esperienze per creare valore attraverso i valori e che aspira a una sempre maggiore ricchezza di senso del vivere.

Il tema chiave a questo punto diventa quello di sapere se e come, evitando precipizi e attivando invece circoli virtuosi e nell’interesse dei cittadini e della stessa politica, quest’agenda condivisa può diventare il terreno su cui giocare il prossimo rapporto tra persone, famiglie, reti della società civile e governo. I circoli viziosi della politica sono ben noti. Il rischio maggiore è quello di un sistema che faccia leva sugli istinti peggiori di quella parte del Paese più colpita e indebolita dai tanti choc di questi ultimi anni creando una miscela di populismo, individualismo anarcoide in un rapporto diretto tra leader e leoni da tastiera veri o creati artificialmente che im- poverisce ancor più la coesione sociale e ci fa arrivare ancora più impreparati alle sfide che abbiamo davanti.

L’appello che abbiamo lanciato, e che 'Avvenire' pubblica oggi (con 176 primi firmatari), vuole offrire una risorsa per evitare questa deriva. I cittadini che hanno vissuto le buone pratiche e le migliori esperienze di economia e società civile provano a indicare un percorso e un’agenda attorno alla quale costruire un’alleanza con la buona politica. Organizzando questa volta la domanda e non solo l’offerta, come un vero e proprio gruppo di pressione che in modo trasparente e palese indica l’agenda che ci sta a cuore e si propone di stimolare la politica a muovere nella direzione desiderata e utile. Intendiamo dire alla classe politica: noi siamo qui, pronti a sostenere chi si avvicina di più, e qui vogliamo incontrarci per costruire assieme a chi ci rappresenta e governa futuro e progresso civile. In fondo questo nuovo canale esiste e sta crescendo perché quanto abbiamo indicato è quello che stanno provando a fare molti in modo diverso con appelli, documenti e posizioni che si moltiplicano.

Per capire quello che accade possiamo usare le immagini delle matrioske e del campo base. Come nel caso delle matrioske, con la più grande che ne contiene varie più piccole, andiamo dalle richieste specifiche di una singola organizzazione di categoria esperta di un singolo tema (agricoltura, clima, lavoro, piccola impresa) a visioni più generali come quelle che proponiamo in questo appello. Come in un’ascesa verso una vetta esiste un 'campo base', dove possono arrivare in molti, fatto di acquisizioni non necessariamente vaghe, perché il lavoro sulle buone pratiche di questi anni ha identificato avanzamenti puntuali condivisibili dalla stragrande maggioranza dei cittadini e delle cittadine.

Nell’appello abbiamo identificato un comun denominatore in termini di Europa, lavoro, ambiente, welfare e cura delle persone e delle relazioni. Chiederemo ai leader politici la loro posizione su questa agenda. L’iniziativa sarà tanto più generativa quanti più cittadini, organizzazioni e reti si identificheranno in essa e quanto più società civile e forze politiche lavoreranno in futuro in quest’orizzonte condiviso. Il suo successo dipende da noi.

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