La legittima difesa deve assicurarla lo Stato
venerdì 9 novembre 2018

L’uomo armato fino ai denti che ieri ha fatto irruzione a Los Angeles in una festa universitaria, sparando all’impazzata e causando almeno tredici morti, ci fa riflettere su chi pensa che crei più sicurezza l’importazione di questa specie di Far West anche da noi. Sabato scorso, questa volta il teatro era Litchfield Park in Arizona, un bambino di undici anni aveva trovato in casa, carica, la pistola del nonno e, per un futile litigio, aveva sparato alla nuca della nonna suicidandosi subito dopo.

Scene così potranno accadere più facilmente anche da noi, Litchfield Park si chiamerà Cantù o Lavinio, se le armi potranno circolare nelle nostre abitazioni libere come alcuni vorrebbero. 'Stai attento a non tagliarti' era quanto ci dicevano i nostri nonni quando eravamo piccoli e usavamo le forbici e i coltelli: e nonostante ciò ogni tanto ci scappavano le ferite, piccole e superficiali, al massimo qualche punto al pronto soccorso. La tragica conferma che a undici anni come a ogni altra età è da folli 'giocare ai cowboy', la dà proprio il bimbo americano che, quando si è reso tragicamente conto di aver distrutto la vita della nonna e della sua famiglia, si è sparato. È statisticamente certo che quando i civili portano armi con sé accadono incidenti come questo. Non perché sono cattivi, ma perché sono 'civili', cioè perché non hanno la preparazione, le precauzioni, la routine di un carabiniere, di un poliziotto, di un militare, ovvero di chi deve saper maneggiare un’arma per professione e, per questo, viene sottoposto a una rigida disciplina, a un addestramento rigoroso, a controlli severi.

Avere un’arma in casa significa essere capaci di custodirla e di usarla, ma un cittadino normale non ha queste capacità, come dimostrano continuamente tanti avvenimenti, non ultimo la tragica rapina di fine settembre a Lanciano. Per alzare il livello di sicurezza di un Paese non bisogna distribuire armi ai cittadini, ma armare lo Stato e farlo stimare di più. In quasi sessant’anni di vita trascorsi interamente in Italia, non mi sono mai trovato con un estraneo in casa e questo significa che, finora, il mio è stato un Paese civile. È vero però che può accadere il contrario, può cioè avvenire di essere assaltati in strada o in casa, e che – nonostante i numeri in calo dei reati denunciati – tanti cittadini ritengono di vivere in condizioni di crescente rischio. È così vero che il racconto della mia 'vita normale' diventa per qualcuno la narrazione di un’eccezione.

Questo significa solo che lo Stato deve rafforzare la sicurezza, la polizia, i carabinieri, prendere opportune misure operative e legislative (anche se di leggi ne abbiamo sin troppe...), ma non può mai arrivare a dire al cittadino: prendi una pistola e difenditi pure da solo. Se dovesse dire un giorno: armatevi e imparate a sparare perché non si sa mai chi potrete incontrare nel corridoio di casa, lo Stato starebbe certificando la propria morte. È lo stesso principio per cui se l’insegnante d’inglese è scarso, la scuola non può dire alla famiglie: pagatevi le lezioni private. Se la metro o l’autobus non funzionano, il Comune non può chiedere al cittadino che paga le tasse e ha l’abbonamento di prendere il taxi; e, se l’ospedale non cura il malato, nessun medico può proporre al paziente il ricovero nella propria clinica privata: anzi, se lo fa, come ogni tanto avviene, va denunciato e condannato.

Non si capisce perché queste verità così ovvie vengano comprese da tutti e invece, nel caso della sicurezza personale e collettiva, c’è chi preferirebbe avere una pistola in casa, come ogni altro (ogni altro!), invece che pretendere polizia forte, giustizia veloce e sicura, condanne giuste e certe, carceri capaci di degnamente detenere e di recuperare. La legittima difesa è un principio sacrosanto, anche del cristianesimo, ma prima di quella c’è il buon senso di far di tutto per non arrivare mai al tu per tu definitivo con il delinquente. Ci ricordiamo i fatti di Lanciano avvenuti poche settimane fa?

Carlo Martelli, il 69enne sequestrato e massacrato di botte insieme alla moglie, appena poté parlare dal suo letto d’ospedale dichiarò: «Io comprare una pistola? No, è lo Stato che deve difenderci». Ha ragione. Chi ci governa deve difendere i cittadini, non armarli e autorizzarli a difendersi da soli. Tutti sappiamo che gli Stati Uniti hanno una storia profondamente diversa dalla nostra, ma è assolutamente necessario riflettere su quali siano i rischi connessi col dare un sostanziale via libera a una più facile circolazione delle armi. La miglior legittima difesa è quella di non arrivare mai al punto di doversi difendere. Io non so neppure litigare per bene: figurarsi se so sparare.

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