Gentile direttore,vorrei tornare sulla barbarie di Nizza condannabile sotto tutti gli aspetti. Anche se, con queste mie righe, sicuramente dimostrerò di non essere "politicamente corretto". Mi ha colpito che ci si sia tanto concentrati sul fatto che tutto è accaduto nell’anniversario del trionfo della rivoluzione francese, evento salutare per il mondo intero. Anche il nostro presidente Mattarella e lo stesso papa Francesco hanno stigmatizzato l’evento, sottolineando la qualità dell’anniversario. Ora, vorrei ricordare che a detta di molti pensatori, storici, filosofi, non solo cattolici, i guasti della rivoluzione sono stati enormi, in particolare per i cattolici, basta ricordare la strage in Vandea. Danni che ancora oggi sono sotto gli occhi di chi vuol vedere. Capisco che questo tempo di guerra del terrore non è opportuno per imbastire polemiche varie, ma in modi ovviamente non arroganti e ragionevoli, la verità dovrebbe essere sempre ribadita. Invece mi è parso che nelle espressioni di cordoglio si sia voluto evidenziare anche l’aspetto "formativo" che l’Illuminismo ha avuto in Europa, ovviamente in positivo, cosa che mi permetto quantomeno di discutere.
Gabriele Piazza, Castel del rio (Bologna)
Le rispondo, caro amico, con una citazione di un testo che mi è molto caro e che Joseph Ratzinger pronunciò a Subiaco il 1° aprile 2005, poco prima di essere eletto Papa, accettando nel monastero di Santa Scolastica il "Premio San Benedetto" che gli era stato conferito. «Il cristianesimo, fin dal principio, ha compreso se stesso come la religione del logos, come la religione secondo ragione. Non ha individuato – diceva l’allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede – i suoi precursori in primo luogo nelle altre religioni, ma in quell’illuminismo filosofico che ha sgombrato la strada dalle tradizioni per volgersi alla ricerca della verità e verso il bene, verso l’unico Dio che sta al di sopra di tutti gli dèi. In quanto religione dei perseguitati, in quanto religione universale, al di là dei diversi Stati e popoli, ha negato allo Stato il diritto di considerare la religione come una parte dell’ordinamento statale, postulando così la libertà della fede. Ha sempre definito gli uomini, tutti gli uomini senza distinzione, creature di Dio e immagine di Dio, proclamandone in termini di principio, seppure nei limiti imprescindibili degli ordinamenti sociali, la stessa dignità. In questo senso l’illuminismo è di origine cristiana ed è nato non a caso proprio ed esclusivamente nell’ambito della fede cristiana. Laddove il cristianesimo, contro la sua natura, era purtroppo diventato tradizione e religione di Stato». Si potrebbero aggiungere altre considerazioni e anch’io, come lei e come meglio e più di noi Ratzinger, non mi nascondo affatto che certe correnti dell’Illuminismo e della Rivoluzione francese hanno prodotto anche aberrazioni, mostruosità e sofferenze, ma trovo che il senso delle espressioni di papa Francesco e del presidente Mattarella siano profondamente consonanti con la magistrale riflessione del futuro papa Benedetto XVI che offro anche alla sua meditazione «politicamente scorretta».