La rabbia che si annida nei cuori come un ragno, quando si esaspera, diventa un mostro assassino. Genera un odio che arma le mani e scatena un incontrollabile voglia di uccidere. Continua ad accadere non lontano da qui. Nella Terra della pace gli angeli se ne sono andati, hanno abbandonato gli olivi e le strade del Crocifisso, hanno dato campo alla parte più debole, amara e feroce della nostra umanità. Dio ha creato l’uomo dall’argilla e in esso ha soffiato qualcosa del Suo Spirito, ma l’argilla è pesante, e lo spirito degli esseri umani è diventato tanto fragile.Le cronache ci raccontano quasi ogni giorno di morti atroci in Israele e in Palestina. Ieri, di nuovo, la voglia di vendetta ha spezzato due vite, due sogni e ha ucciso persino la speranza. Un giovane armato dall’odio più nero ha affondato la lama di un coltello nel petto di una giovane ragazza addormentata nel suo letto, uccidendola forse senza nemmeno sapere il perché, senza guardare i suoi occhi, senza vedere e capire la sua vita. Ed è morto, fermato nella sua azione omicida, senza che nessuno lo guardasse negli occhi e vedesse e capisse la sua vita. I due, forse, avevano lo stesso sogno: quello di una casa sicura, di un futuro sereno e prospero, di un amore eterno. Ma che cosa spinge un ragazzo palestinese di diciassette anni a uccidere, nel sonno e con tanta crudeltà, una ragazzina israeliana di appena tredici? L’odio, per quanto irrefrenabile, non può essere il motivo principale, e neppure una brutale voglia di vendetta. Ci deve essere qualcosa di molto più grave, che non ha radici nella cultura da cui si proviene e nemmeno nella religione che si professa. Ci deve essere una sofferenza accecante. E un’oscurità che è frutto di troppi ingiusti silenzi e di troppi atti e troppe parole sbagliate.Il giovane col coltello assassino era musulmano. E il Corano recita nella Sura 5, versetto 32: «Chiunque uccida un uomo, sarà come se avesse ucciso l’umanità intera. E chi ne abbia salvato uno, sarà come se avesse salvato tutta l’umanità». Pochissime guide religiose musulmane, oggi, spiegano ai giovani, ai bambini che cosa vogliono dire questi versetti. Qual è il loro contenuto universale, persino oltre il testo e il contesto. L’anima è sacra per un musulmano ed è una emanazione dello stesso spirito di Dio. Uccidere un uomo o una donna è come uccidere un po’ di Lui. Quel giovane col coltello, forse, non sapeva che con quel gesto ha fatto tremare il Trono di Dio e che l’avere ucciso una povera anima innocente fa gravare su di lui e su tutti gli uomini e le donne di coscienza un peso enorme, come se avesse messo fine a tutto il creato.he colpa aveva quella povera ragazza? Di essere nata in una famiglia ebraica e di abitare in un insediamento in terra palestinese? Sicuramente lei, l’uccisa, provava la stessa paura che nutriva lui, l’uccisore. Sicuramente lei era prigioniera dentro una sfera di sospetti e di odi proprio come lui. E lei, ancora come lui, era certamente alla ricerca della sicurezza. E magari sperava di poter, un giorno, incontrare ragazzi e ragazze di diversa storia, di diversa fede e di stessa umanità e salutarli, e ballare insieme la danza della pace.he colpa aveva quella povera ragazza? Di essere nata in una famiglia ebraica e di abitare in un insediamento in terra palestinese? Sicuramente lei, l’uccisa, provava la stessa paura che nutriva lui, l’uccisore. Sicuramente lei era prigioniera dentro una sfera di sospetti e di odi proprio come lui. E lei, ancora come lui, era certamente alla ricerca della sicurezza. E magari sperava di poter, un giorno, incontrare ragazzi e ragazze di diversa storia, di diversa fede e di stessa umanità e salutarli, e ballare insieme la danza della pace.Questo odio oscuro non può e non deve continuare per sempre. Proprio mentre le mani e i cuori dei giovani continuano a essere armati e il loro sangue continua a scorrere, dei capi politici sono stati capaci, con un gesto di buona volontà, di mettere fine alla lunga e aspra diatriba che ha opposto per sei anni Israele e Turchia. Nulla è impossibile. E non è forse giunta da un pezzo l’ora di mettere fine, con gesti saggi e coraggiosi, a un conflitto che dura da decine di anni? In quella che ancora chiamiamo e amiamo e sogniamo Terra della pace c’è terribile urgenza di fermare la macina che stritola vite innocenti e il nostro futuro.