In poche ore la solidarietà verso il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è dilagata oltre le forme istituzionali per diffondersi in modo spontaneo nelle forme più diverse: commenti, tweet, dichiarazioni... L’appello online Io sto con Mattarella ha superato in poche ore più di 100.000 firme. L’iniziativa non è stata presa dalle forze politiche e non c’è stata una regia organizzata. Hanno molto colpito i sei-sette minuti della sofferta e dignitosa dichiarazione, con cui Mattarella ha sobriamente ricordato la sua grande disponibilità e la sua estrema pazienza per ottantaquattro giorni e spiegato i motivi della sua fermezza finale su una questione sola ma cruciale: l’Europa. L’onestà delle sue intenzioni è apparsa a molti evidente e ha suscitato ammirazione l’uomo pubblico che da solo, quasi a mani nude, difende il suo popolo.
Anche per questo i violenti attacchi politici che ha subìto sono apparsi a tantissimi strumentali e ingiusti. In alcuni casi addirittura totalmente inaccettabili, come quelli che lo hanno minacciato di morte, alludendo alla drammatica fine del fratello Piersanti, ucciso dalla mafia. Una così calda solidarietà rivela anche un’insofferenza verso forze politiche e parlamentari che si sono ripiegate sui loro confitti interni e hanno lasciato solo il 'garante di tutti' Mattarella.
È emersa invece, in modo inatteso, una società civile pronta a mobilitarsi e che ha riconosciuto nel Presidente della Repubblica una guida morale e un testimone credibile. Il ruolo della società civile sarà particolarmente importante nei prossimi mesi, quando si aprirà in Italia una serissima e aspra battaglia non solo elettorale e politica, ma anche morale e civile. Il Capo dello Stato, in aderenza alla Costituzione e ai suoi doveri, ha chiesto anzitutto chiarezza: i cosiddetti 'vincitori' delle elezioni del 4 marzo 2018 vogliono l’uscita dell’Italia dall’Europa e dall’euro? Né prima né dopo le elezioni è venuta una risposta chiara. Probabilmente non verrà neanche nelle prossime settimane.
Ma, nella sostanza, le prossime elezioni, forse già a settembre, saranno un referendum pro o contro l’Europa. Si deciderà cioè su una questione cruciale per il futuro dell’Italia nel mondo, per la salvaguardia della sua democrazia, per la difesa dei suoi valori fondamentali. Nei confronti del Presidente della Repubblica, grande solidarietà è venuta anche dal mondo cattolico organizzato. Associazioni, movimenti, istituzioni culturali, come l’Istituto Sturzo.
L’elenco completo sarebbe lungo. Non è casuale. Mattarella ha interpretato ansie e preoccupazioni diffuse nelle realtà cattoliche. Sono quelle espresse anche dalla recente Assemblea dei vescovi italiani e in particolare dal suo presidente, il cardinal Gualtiero Bassetti. Da tempo, i cattolici italiani 'impegnati' sono assai presenti nell’azione sociale, ma si tengono ai margini della scena politica. Diversamente da altre stagioni, la Chiesa non ha oggi bisogno di protezioni politiche, ma sente una responsabilità verso il Paese in un passaggio tanto difficile. Bassetti ha sottolineato l’importanza di due punti di riferimento: la Costituzione e «il presidente della Repubblica che con la sua saggezza ha guidato la fase che abbiamo vissuto».
Dopo quanto è successo, alcune parole del presidente della Cei acquistano una risonanza ancora più profonda: «Ricordiamo a tutti come non basti nemmeno avere un governo per poter guidare il Paese. Occorre – questo Paese – conoscerlo davvero, conoscerne e rispettarne la storia e l’identità; bisogna conoscere il mondo di cui siamo parte e nel quale la nostra Repubblica – cofondatrice dell’Europa unita – è desiderosa di ritornare a svolgere la sua responsabilità di Paese libero, democratico e solidale». Non è in gioco la formazione di un governo, ma molto di più. E in molti momenti difficili per il Paese i cattolici italiani hanno sempre saputo dare il loro contributo per tracciare e percorrere la via diritta dell’autentico interesse nazionale, del vero «bene comune».