Caro direttore, il Movimento 5 Stelle, dopo un periodo di riflessione profonda, è ripartito con una l’approvazione del nuovo Statuto e l’elezione di Giuseppe Conte a presidente. Una proiezione verso il futuro, che tiene conto del tempo difficile che stiamo attraversando e delle questioni complesse che ne sono derivate. Il M5S è determinato nel non abbandonare il percorso che ha portato alla realizzazione del Reddito di cittadinanza (Rdc). Oggi, a distanza di due anni dalla sua approvazione, siamo in grado di analizzarne i punti di forza e di debolezza. E per farlo bisogna prendere in considerazione la platea dei beneficiari, l’entità del sussidio, la conseguente corrispondenza di domanda offerta nel mercato del lavoro.
La pandemia, che affligge da un anno il pianeta, ha avuto ed avrà purtroppo peso e ricadute sul Rdc. Per certi versi la misura ha fatto da 'cuscinetto' per le fasce più povere della popolazione. Di contro l’emergenza ha frenato la sperimentazione del Patto, scontrandosi con le misure del lockdown e con la complessa situazione dell’economia. Sull’entità del Rdc il ragionamento riconduce, ancora, alla emergenza sanitaria contrapponendo esigenze di bilancio e bisogni reali di ciascuna persona. Il focus si deve concentrare, ancor di più, sulle dinamiche del lavoro. La legge prevede fino a tre offerte di lavoro per il beneficiario: se respinte, causano la perdita del Rdc. Questa procedura, congrua a mio avviso, risulta efficace solo se basata su due elementi di forza: l’efficienza dei centri per l’impiego e la formazione o la riqualificazione.
È essenziale che nel periodo di concessione del sussidio la persona venga messa al centro di un percorso che ne valorizzi le capacità attraverso una formazione auspicabilmente duale. Per queto è necessario un dialogo continuo con il mondo delle imprese. Un valido contributo dovrà provenire dalle imprese sociali, ma altrettanto si dovrà costruire con il tessuto del profit, conciliando le logiche della produzione con modelli finalizzati all’inclusione, all’etica e, più in generale alla Welfare Society. C’è perciò indifferibile bisogno di strumenti digitali innovativi, prima fra tutte una piattaforma che coinvolga tutti i portatori di’interesse, i cosiddetti stakeholders. Uno strumento funzionale e accessibile, centrato sull’obiettivo prioritario: il diritto al lavoro. Il sistema di monitoraggio del Ministero del Lavoro ha restituito percentuali che dimostrano la bontà della ratio della legge, ma non in termini di occupazione generata. C’è bisogno di abbattere le barriere di speculazione e disincentivazione che gravano su chi per infinite motivazioni si trovi in condizione di fragilità. E va fatto in tempi rapidi, perché persone e territori possano coinvolgersi e rispondere. Si tratterà, non soltanto di incrociare domanda e offerta di lavoro, ma di farlo in relazione a princìpi di sviluppo della persona e coesione sociale. Sono convinto, inoltre, della importanza di Osservatori che sostengano interventi tempestivi di politica attiva e favoriscano il confronto nazionale e internazionale sui temi della sostenibilità. Il tema che dovrà condurre il perfezionamento del Rdc come misura di politica attiva, ritengo dovrà essere quello di uno Stato che non lascia solo nessuno.
Una azione concreta che sviluppi le abilità di ciascuna persona, rendendola capace e a proprio agio nel complicato mondo del mercato del lavoro. Nessuno dovrà trovarsi ostaggio della disperazione e del bisogno, divenendo ancora più fragile o, peggio, cadendo nelle maglie delle pratiche illecite e della illegalità. Sono assolutamente convinto che Stato, Terzo Settore, realtà produttive e parti sociali debbano sedersi a un tavolo comune, per dar vita a una nuova stagione di riforme nel segno della centralità della persona e, dunque, nel segno dell’unica idea di futuro possibile. Quanti a certi toni aspri del dibattito sul Reddito di cittadinanza appaiono strumentali a contrasti politici che nulla hanno a che fare con il bene comune e con la concreta vita dei cittadini.
Senatore M5S, già sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali