Ripristinare la legalità è possibile ma complicato. Stato e Chiesa a Caivano
venerdì 15 settembre 2023

Un prete bussa alla porta del governo in carica, nel giro di pochi giorni, il governo risponde. Non accade sempre. Il prete, persona educata, ringrazia. Con il governo si muove la stampa nazionale e non solo. Le rezioni sono diverse, come è giusto che sia. Siamo in democrazia. Siamo un popolo libero. “Libera Chiesa in libero Stato”, si affannava a ripetere quel simpaticone del conte di Cavour. Bello. I preti sono i primi a voler vivere in uno Stato laico e intelligente.

La separazione non è sempre netta. Non poche volte, accettano di fare opera di supplenza, aspettando il giorno in cui l’insegnante di ruolo torni ad occupare la cattedra ed essi potranno dedicarsi alla propria specifica vocazione. I preti – sovente bistrattati e ignorati- in casi come questi vengono cercati e osannati.

C’è chi li ringrazia, chi li addita a esempi da imitare, chi, in qualche modo, vorrebbe strumentalizzarli. Non è facile, i preti, figli di quella “Chiesa esperta in umanità”, sono meno ingenui di quanto appaia a prima vista. Sanno che tra i peccati più consumati e meno confessati dagli uomini, ci sono quelli dell’omissione. Si muovono sulla lama di un rasoio. Lo sanno. Hanno messo in conto tutto.

D’altronde possono contare, oltre che sui propri vescovi, su un Papa che continuamente li sprona a sporcarsi le mani. Accettano la sfida. Vanno, forti della promessa di Gesù e della forza dello Spirito. Hanno un unico obiettivo, farsi samaritani buoni, restare accanto a fragili, cercando di catapultare situazioni anomale che scandalizzano, nel dibattito culturale e politico.

Il presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica italiana – ovviamente di un certo colore politico – si fa carico di portare lo Stato in un quartiere dove per tanti – troppi – anni ha preferito darsela a gambe. La situzione è delicata. Il Presidente, signora Giorgia Meloni, tra l’ altro ha promesso che si impegnerà perché in Italia vengano sradicate le “ zone franche” dove “topi” enormi hanno avuto tutto il tempo di crescere e farsi feroci non essendoci l’ombra di un gatto. Per topi intendo la criminalità e la camorra maledetta, per gatti le istituzioni e la politica a tutti i livelli.

Ripristinare la legalità è possibile ma complicato. Il deserto fiorirà ma non senza impegno. Non c’è niente che mi fa ridere di più che sentir ripetere frasi famose diventate stantie a furia di maneggiarle. In questi giorni due in particolare mi rimbombano alle orecchie.

La prima, classica, di Dostoevskij : « La bellezza salverà il mondo». Vero. Il bello attrae, seduce. Si tratta però di intendersi su che sosa sia davvero bello. Io, ad esempio, vengo scaraventato nella “ Sindrome di Stendhal” ogni volta che mi imbatto in un neonato che piange o succhia vita alle tette della mamma.

L’altra, quella di Gesualdo Bufalino: « La mafia sarà debellata da un esercito di maestri elementari». Meglio ancora se gli eserciti di maestri fossero due o tre. Sovente, però, queste parole vengono contrapposta alle forze dell’ordine. Non è giusto. Unicuique suum. Gli uomini in divisa che rischiano la vita per noi vanno ringraziati e sostenuti. Quando, l’altra notte, c’è stata una delle solite, folli, criminali “stese” la gente, terrorizzata, invocava i carabinieri non la maestra d’asilo. Contrapposizioni strumentale, di cui, in questo momento, non abbiamo bisogno.

Una cosa importante invece è questa: si potrebbe consumare in questa opera di risanamento, una grande, dolorosissima tragedia. Il governo deve sapere le cose come realmente stanno per poter essere giudice giusto e fratello misericordioso. Per non caricare sugli onesti le colpe e le omissioni dei disonesti.

Ho scritto, a riguardo, una lettera aperta al Presidente, la trovate a a parte. In sintesi: la quasi metà degli appartamenti popolari sono abitati non da coloro cui furono assegnati ma da altre famiglie proprio per la pigrizia di uno Stato assente che negli anni non ha avuto la forza di riprendersi inietro le case di chi, avendone il diritto, preferiva andare ad abitare altrove.

Sono, queste, famiglie povere ma oneste che vanno aiutate e supportate a riprendersi in mano la vita e farne un capolavoro. Togli il tetto a un povero e ne avrai fatto un barbone . Altra cosa sono le case abitate dai nemici dello Stato che vanno requisite e riassegnate. Discernimento, quindi. Distinguere e separare i buoni dai cattivi e dare ai buoni la possibilità di mettersi finalmente al passo con le leggi, pretendere i propri diritti senza ricusare di fare i propri doveri.

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