venerdì 21 giugno 2013
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Gentile direttore,
ho una domanda da fare. Ho amato molto Giovanni Paolo I: quando fu eletto avevo solo 12 anni e avevo perso da un anno mio padre. Il suo breve ma intenso pontificato è stato colmo di parole e di messaggi che raggiungevano il cuore. Vorrei chiedere: papa Francesco è venuto a riprendere quel dialogo interrotto il 28 settembre 1978? Io vedo molte analogie con Albino Luciani, soprattutto sapere arrivare al cuore, con una grande semplicità. Saper capire.
Massimiliano Sciò, Roma
Nell’«estate dei tre Papi», caro signor Sciò, io avevo 20 anni. E resta anche per me indimenticabile. Porto Paolo VI nel cuore e, nel giorno in cui commemoriamo i cinquant’anni dalla sua elezione a Papa, sono contento di ricordare i tanti motivi di gratitudine per lui (io, poi, continuo a essergli specialmente riconoscente per lo straordinario e commovente dono della parola densa che va a fondo, muove e spesso scomoda, semi preziosi per la mia vita). Da Giovanni Paolo II sono stato colpito, a poco a poco conquistato e, infine, come tanti, felicemente travolto. Di Giovanni Paolo I ho una memoria piena di gioia, quella che riusciva a trasmettere con autentica e sapiente immediatezza umana ed evangelica. Credo di pensarla un po’ come lei: papa Luciani ha detto e fatto tutto l’essenziale, prima e dopo l’elezione al soglio di Pietro, eppure non riesco a non chiedermi, ogni tanto, che cosa ci avrebbe ancora insegnato e che cosa avrebbe ancora fatto, se il Signore non l’avesse chiamato così presto... Ma vengo al punto che le sta a cuore. Io credo che il dialogo tra il popolo di Dio e il Papa non s’interrompa davvero mai, lo credo perché l’ho sperimentato negli anni della mia vita e con i sei pontefici dei quali ho memoria. Ma credo anche che lei non sbagli a "sentire" nel veneto Albino Luciani e nel piemontese d’Argentina Jorge Mario Bergoglio – uomini di Dio e pastori della Chiesa legati entrambi, torno a scoprirlo con emozione, in modo diverso ma egualmente intenso a Paolo VI – un singolare carisma comune della "comprensione" di tutto ciò che serve – il pane, e non solo il pane – agli uomini e alle donne di ogni tempo. È proprio così: il primo Papa di nome Francesco arriva davvero al cuore delle persone e delle questioni di fede e di umanità con grande efficacia e semplicità, proprio come il primo Papa di nome Giovanni Paolo. È un riflessione bella, caro amico, che merita di essere fatta e continuata.
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