Mi creda, caro Francesco, le leggi c’entrano con lei e con il "suo" educatore (e amico) Michele. C’entrano sempre. Le regole sono importanti e necessarie, ed è importante e necessario che siano ben fatte, che siano buone. È importante e necessario che funzionino e facciano funzionare il nostro stare insieme, che diano a una comunità il ritmo migliore, cioè quello che fa progredire ma tenendo in prima fila coloro che hanno un passo più difficile e, dunque, senza lasciare indietro nessuno. È importante e necessario che le regole non producano «emergenze» che davvero, a volte, come lei intuisce, sono solo il nome di comodo che diamo alle ingiustizie. Capisco, tuttavia, lo spirito con il quale Michele le ha detto quella frase – «Noi restiamo amici. Le leggi non c’entrano con noi» – e trovo che sia molto bello. Perché racconta di un vero rapporto vitale tra allievo e maestro e di un modo di lavorare, quello di Michele, che mette in gioco tutta la sua persona di educatore. È un modo che conosco, perché l’ho visto nei miei genitori insegnanti e in tanti – non tutti, ma davvero tanti – degli educatori che ho incontrato da ragazzo e in altri momenti della mia vita. Persone che mi hanno istruito, sostenuto, fatto crescere. Lei è lucidamente arrabbiato. E ce n’è motivo. Spero che il Comune di Milano trovi una soluzione al problema che si è creato con le attività di assistenza ai ragazzi disabili e confido che questo percorso positivo si avvii già oggi, nell’incontro tra le associazioni che rappresentano lei e tante altre giovani persone e il vicesindaco Maria Grazia Guida che so persona responsabile e sensibile. So anche che ci sono problemi finanziari e organizzativi non piccoli da risolvere. Ma credo che si possa e si debba venirne a capo, dando sensata priorità alle questioni che la meritano davvero (persino in questo tempo in cui la propaganda finisce spesso per prendere il sopravvento...). Auguri cari a lei, caro Francesco, e anche al "suo" educatore Michele. A lei di archiviare l’arrabbiatura e di mantenere intatta la grinta che dimostra. A Michele di poter continuare a fare, così bene, il suo prezioso lavoro.