Caro direttore,
il pregevole editoriale del professor Blangiardo («Figli, un investimento necessario e dimenticato») del 28 novembre scorso sull’invecchiamento della nostra società, e sulle ovvie drammatiche conseguenze (ben diverso dalle sclerotiche ed erronee valutazioni di qualche altro illustre pensatore), è di livello degno di 'Avvenire'.
Chissà se la classe politica, non solo nostrana, potrà arrivare a questi livelli... Lo spero. Temo, però, che come per il presunto eccesso di popolazione è stato promosso l’aborto, il ben più prevedibile e previsto eccesso di vecchiaia porterà alla legittimazione dell’eutanasia, al momento rimandata per interessi dell’industria farmaceutica. Poi prevarranno problemi di bilancio...
Silvio Ghielmi, Milano
I suoi timori sono fondati, caro dottor Ghielmi. E anch’io li condivido. Ma mi sento impegnato a tener viva soprattutto la speranza. La stessa umanissima speranza che persone come lei – e come tanti altri 'per la vita' – motivano sia con gesti di solidarietà concreti e belli sia agendo sul prezioso piano dell’impegno formativo e culturale. Siamo infatti di quelli che, con Papa Francesco, non si rassegnano alle strategie, agli interessi (spesso subdoli) e alle letali inerzie della 'cultura dello scarto' che in molti modi umilia, emargina, esclude e uccide, e sempre di più minaccia di farlo.