Eppur si cammina: serve più dialogo per combattere disparità e ingiustizie
venerdì 6 agosto 2021

Il 28 luglio si è chiuso a Roma il prevertice Onu sui sistemi alimentari in preparazione del vertice dei capi di Stato e di Governo che si terrà a New York a settembre.

L’obiettivo è quello di «implementare le trasformazioni dei sistemi alimentari in modo che diventino più sostenibili, equi, resilienti e nutrienti» ovunque nel mondo e, quindi, di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile ed in particolare quello della 'fame zero'. Le parole di papa Francesco sulla fame e la mancanza di cibo, che hanno aperto la prima pagina di 'Avvenire' del 27 luglio 2021, sono risuonate forti e rimangono indelebili: «Un vero scandalo, un crimine che viola i diritti umani fondamentali», «un’ingiustizia» che tutti «hanno il dovere di estirpare attraverso azioni concrete, buone pratiche, e politiche locali e internazionali coraggiose».

Forti sono state le critiche al percorso del prevertice, disseminato di ostacoli dentro e fuori le istituzioni. A evidenziarne le contraddizioni sono molte organizzazioni contadine, movimenti sociali, popolazioni indigene, scienziati indipendenti e anche strutture di supporto e coordinamento alla stessa Fao, tra cui Ipes-Food ed eminenti studiosi ed esperti tra cui tre Relatori speciali dell’Onu per il diritto al cibo. Infatti, se molta attenzione è stata data al progresso tecnologico e digitale in agricoltura per aumentare la produttività e per favorire i processi di adattamento all’accelerazione del cambiamento climatico, minore considerazione è stata data alla necessità di una distribuzione mondiale di tali benefici. Le critiche mettono, insomma, sotto accusa il rischio di un cambiamento antidemocratico della governance del sistema internazionale del cibo, con un focus troppo spinto su soluzioni tecnologiche e produttivistiche per risolvere problemi in realtà ancorati a dinamiche di ineguaglianza, ingiustizia e di impoverimento e con il sostegno a un’interfaccia tra scienza e politica troppo sensibile agli interessi dell’industria agro-chimica e dell’intelligenza artificiale.

La Rete di Ong Link2007 condivide gran parte di questi argomenti e supporta la loro diffusione. Ma riconosce anche i passi avanti e i risultati ottenuti, anche se limitati e ancora vincolati alla complessità delle differenti posizioni e dei contrapposti interessi. Così è stato nella partecipazione al cammino del pre-vertice romano. E, poche settimane prima, nel lancio dell’iniziativa 'Release G-20' per la conversione del debito dei Paesi in difficoltà finalizzata a investimenti direttamente indirizzati agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030. Link2007 offre cioè il suo impegno per tessere relazioni con la società civile e le istituzioni del Sud globale, dell’Italia e dell’Europa proprio in una fase che necessita un forte impegno politico e ampie alleanze per la transizione. L’Italia ha dimostrato una grande vivacità in questa fase, mettendo in atto un forte sforzo diplomatico nel tentativo di creare una convergenza di processi politici in particolare tra il G20, il prevertice sui sistemi alimentari, il vertice Finance in Common che si terrà a ottobre in Italia e la Cop26 sul clima a novembre.

Che l’Italia voglia giocare un ruolo propulsivo e trasformativo è testimoniato anche da alcuni primi risultati ottenuti durante gli incontri ministeriali del G20, quali ad esempio la regolamentazione per una prima tassazione su base globale delle imprese multinazionali o l’accordo di Napoli sulla lotta ai cambiamenti climatici. È anche grazie all’iniziativa italiana che i ministri degli Esteri e dello Sviluppo del G20 hanno prodotto la dichiarazione di Matera «per far fronte agli ostacoli per il raggiungimento dell’obiettivo fame zero con la comunità internazionali», come ha dichiarato la viceministra Marina Sereni e rivendicato sul suo giornale lo stesso ministro Luigi Di Maio, sebbene i termini concreti siano ancora da chiarire.

Nella preparazione al pre-vertice di Roma la Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo ha coordinato i tre dialoghi indipendenti italiani, uno dei quali organizzato e animato da Link2007 insieme a Slow Food, alla Rete del cibo locale e a The Economy of Francesco e, che ha visto la partecipazione di esponenti del mondo della produzione agricola italiana con le principali organizzazioni di categoria, della ricerca, dell’impresa e della cooperazione internazionale che hanno lavorato insieme per elaborare contributi e proposte. Esso è stato importante per riaffermare la centralità della politiche pubbliche nel garantire sistemi alimentari basati sui diritti e sulla transizione agro-ecologica a favore dell’agricoltura familiare (che nel mondo produce oltre un terzo del cibo e che in Africa coinvolge oltre il 75% delle popolazioni) e per superare il modello produttivista, i cui esiti negativi sull’ambiente e sulla salute sono stati resi ancor più evidenti dalla crisi pandemica.

L’elaborazione di un sintesi concettuale e la proposta di un nuovo modello di collaborazione con le istituzioni è dunque, a nostro avviso, un risultato intermedio importantissimo. A New York, indubbiamente, si giocherà la grande partita del riorientamento dei sistemi di governance del cibo per rendere le istituzioni meno scalabili dagli interessi delle grandi imprese globali e ostaggio di un’agenda troppo incentrata su soluzioni che aumentano le diseguaglianze. A quel vertice, in settembre, l’Italia dovrà presentarsi come Sistema Paese e modello di collaborazione tra i mondi della produzione, della ricerca, della solidarietà e cooperazione internazionale, del consumo responsabile, delle istituzioni nazionali e locali.

Presidente di Rete LINK 2007

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