sabato 23 marzo 2024
Sempre di più i nuclei familiari in difficoltà. Nel 2023 le persone sostenute dalla rete del Banco alimentare sono state oltre 1.780.000. Un triste fenomeno che rischia di essere trascurato
Distribuzione di aiuti nella sezione lombarda del Banco alimentare

Distribuzione di aiuti nella sezione lombarda del Banco alimentare - Fotogramma

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Potrebbe sembrare inappropriato e fuori luogo un appello oggi, in Italia, per sollecitare un aiuto alle tante famiglie in difficoltà anche per un bisogno primario come quello alimentare. Colpiscono infatti le tante morti per i conflitti in corso e per la fame che uccide soprattutto bambini in tante zone del nostro mondo. Questo però non può diventare alibi per il disimpegno e per il venir meno di una attenzione capace di farsi carico di chi, seppur in un contesto meno drammatico, sperimenta anche nel nostro Paese situazioni di forte povertà e disagio e la difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena.

La situazione coinvolge sempre più famiglie “normali”. L’Istat aveva già fatto notare nel suo rapporto relativo al 2022 che le famiglie in povertà assoluta composte da tre persone – appunto la cosiddetta famiglia “normale”: padre, madre, un figlio – erano cresciute dal 6,9% all’8,2% del totale, mentre sono complessivamente oltre 5.674.000, pari al 9,7% della popolazione residente le persone in povertà assoluta. Purtroppo, l’esperienza nostra, attraverso la rete di oltre 7.600 enti caritativi su tutto il territorio nazionale, non ha visto miglioramenti nel 2023, anzi: le persone sostenute dalla nostra rete sono cresciute a oltre 1.780.000! Contemporaneamente gli aiuti alimentari non sono cresciuti altrettanto, e non è sempre semplice e sostenibile riuscire a recuperare tutte le eccedenze che si creano nella filiera alimentare. Nel 2023 la rete Banco Alimentare ha distribuito oltre 115mila tonnellate di alimenti, riuscendo a recuperare dalla filiera – riducendone così gli sprechi in una logica di autentica economia circolare – oltre 45mila tonnellate. Più di 10mila tonnellate sono state invece il frutto del nostro continuo richiamo alla solidarietà verso i più fragili, attraverso donazioni di cibo, sia durante la Giornata nazionale della Colletta alimentare (che quest’anno sarà sabato 16 novembre, il giorno precedente l’VIII Giornata mondiale dei Poveri voluta da papa Francesco) sia durante altre iniziative analoghe: collette nelle scuole, collette aziendali, eccetera. Oltre 60mila tonnellate sono stati invece frutto degli aiuti legati al Fondo europeo per gli Indigenti (Fead) e al Fondo nazionale.

Questo 2024, che sta vedendo un nostro forte impegno per riuscire a recuperare maggiori quantità di eccedenze alimentari dall’Industria, dalla Grande distribuzione e dalla Ristorazione collettiva, si è aperto con le stesse medie di alimenti recuperati, ma, soprattutto per problemi tecnici e amministrativi, con significativi cali dei prodotti rivenienti dai fondi Fead e Nazionale: è auspicabile un rafforzamento delle strutture ministeriali preposte per evitare che ritardi e disservizi si trasformino in un ulteriore danno per le tante famiglie in difficoltà. Per loro e per le tante realtà che cercano di portare loro aiuto la situazione sta diventando sempre più preoccupante e difficile. Spesso, come si diceva, l’obiezione, e l’alibi, è che “c’è chi sta molto peggio in altri Paesi”!Non può esserci vera attenzione ai “problemi del mondo”, dell’umanità” se non si è commossi, cioè messi in movimento nel tentativo di aiutare chi ci è veramente prossimo e vive accanto a noi. Al di là delle tante rassicurazioni che ci piacerebbe reciprocamente poterci dare, il tempo dell’emergenza non è finito, anzi: la nuova normalità sembra quella di una situazione di emergenza continua che ciclicamente si acutizza. Non possiamo lasciarci vincere dall’indifferenza, ne va della nostra umanità: oggi è ancora il momento in cui chiunque più ha avuto con più responsabilità è chiamato a condividere. Non è assistenzialismo, o la buona azione che ci fa sentire a posto: in un momento in cui i conflitti tra le persone e le nazioni crescono, si tratta di porre gesti autenticamente controcorrente, capaci di costruire davvero il bene comune e contribuire alla pace.




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