Caro direttore,
dovremmo fare tutti tesoro delle parole del cardinale Gualtiero Bassetti quando afferma che un tema prioritario come quello della famiglia, sul quale paghiamo ritardi ingiustificabili, dovrebbe vederci uniti, senza contrapposizioni ideologiche, posizioni radicali o strumentalizzazioni politiche.
Da questo punto di vista, Verona è stata una occasione sprecata, visto che da quella riunione internazionale non è arrivata alcuna proposta condivisa e concreta per sostenere nel nostro Paese quella forza inesauribile rappresentata dalla famiglia, che, come ha ancora ricordato il presidente della Cei, ha saputo attutire in questi lunghi anni i colpi di una crisi economica dura e senza precedenti. È giusto rilanciare la centralità della maternità nella società attuale, ma tutto questo non si fa ponendo nuovi steccati in una logica di contrarietà. La famiglia non è mai in antitesi a qualcuno. Occorre invece far prevalere le ragioni del dialogo, più volte richiamato da papa Francesco, in una alleanza tra le istituzioni, la politica, le espressioni responsabili della società civile. Ecco perché non servono gli slogan o le fughe in avanti.
Il Governo dovrebbe aprire un confronto serio con gli attori sociali, per concordare insieme un vera e strategica 'Politica' in favore della famiglia e della maternità, a partire dalla leva fiscale, dal rilancio dell’occupazione femminile, dagli incentivi alla conciliazione vita/ lavoro, su cui come sindacato ci stiamo spendendo molto, e soprattutto dalla riorganizzazione di servizi di welfare concreti e adeguati alle esigenze familiari. L’obiettivo dovrebbe essere quello di sostenere le famiglie per tornare finalmente a crescere. Il lavoro è lo strumento principale per aiutare concretamente la formazione dei nuclei familiari. Basta vedere i dati relativi alla disoccupazione femminile secondo cui le donne, soprattutto nelle regioni meridionali, sono escluse da ogni possibilità di riscatto e partecipazione alla vita economica del Paese. E sappiamo bene che tante donne sono costrette ad abbandonare la propria carriera nel momento in cui scelgono di essere anche delle mamme. In Italia solo il 18% dei bambini trova posto negli asili nido pubblici. I costi delle rette sono ancora molto alti come dimostra il fatto che il 13,3% delle famiglie rinuncia al nido ancor prima di entrare e il 6% si dimette nei primi tre mesi. I bonus 'una tantum' non sono sufficienti anche perché esistono divari territoriali profondi che si riverberano sull’offerta dei servizi.
Anche il tempo pieno nelle scuole è diffuso, purtroppo, a macchia di leopardo, soprattutto nel Sud. Anche questo resta un tema cruciale di inclusione, di tutela dei diritti, il riconoscimento di una eguale educazione socio-sanitaria, fin dai primi anni di infanzia. Ma bisognerebbe anche definire livelli essenziali delle prestazioni sociali e sanitarie, introdurre un set di permessi genitoriali meglio remunerati, non solo in occasione della nascita, ma anche per la malattia dei figli. Da tempo la Cisl ha proposto un nuovo assegno familiare che unisca detrazioni per figli ed assegno al nucleo familiare, che cresca con la dimensione della famiglia e alla presenza di componenti con invalidità o non autosufficienti. La riforma fiscale deve partire proprio dalla centralità del ruolo della famiglia, anche per contrastare il rischio di povertà economica e di esclusione sociale che colpisce oggi il 34% dei bambini e adolescenti italiani, oltre tre milioni e mezzo di minori, un problema enorme di cui (quasi) nessuno parla. Su questi temi la Cisl è pronta a dare il proprio contributo propositivo, uscendo da questo «gioco delle parti contrapposte» e dai comizi di partito, così ben stigmatizzati da lei, direttore, nel suo editoriale di domenica. Vogliamo un Paese che riparta dai valori dell’integrazione e dell’inclusione sociale, che rimetta al centro il rispetto delle persone e di una istituzione come la famiglia il cui ruolo, tutelato dalla Costituzione, è oggi più che mai indispensabile per una maggiore coesione sociale ed economica.
Segretaria generale della Cisl