Il cardinale Gualtiero Bassetti
Cosa esprime il cordoglio corale suscitato dalla morte di Nadia Toffa? Oltre alla sua giovane età, vi ha contribuito certo la sua notorietà di giornalista «vivace, impegnata e coraggiosa»; ma ciò che ha colpito tutti sono state la dignità, la forza e la speranza con cui ha affrontato la malattia, fino a fargliela definire «un dono, un’occasione, un’opportunità»; ha colpito il suo sorriso – autentico fiore d’inverno –, la sua passione per la vita – così fragile e così straordinaria –, l’affetto dei famigliari, degli amici e dei colleghi. Questa donna ha convinto perché ha saputo dar voce all’anelito profondo e irriducibile, che abita il cuore: è desiderio di incontro e pienezza, urgenza di verità e giustizia, che disegna il volto, il nome e l’impegno di ciascuno nella realtà, per dirla con il tema del Meeting che si apre domenica a Rimini.
Per il Paese ritrovare questo orizzonte è forse la necessità più impellente. Lo scrivo mentre, come tutti, seguo gli esiti del dibattito politico in corso. La crisi che stiamo ancora una volta attraversando, prima che di partiti, è crisi di sistema e di visione. Mette in luce la prevaricazione di alcuni, ma anche la debolezza di molti altri, che affrontano la responsabilità politica quasi fosse un gioco.
Il Parlamento è cosa seria, vitale. È la Chiesa delle democrazie. Nei settant’anni di storia repubblicana gli eletti che l’hanno composto sono stati specchio del Paese: in molti casi, persone da cui prendere esempio per la passione civile con cui hanno servito le Istituzioni. Anche oggi fra i parlamentari vi sono tante persone libere e rigorose, che hanno il dovere di prendere la parola per richiamare tutti a responsabilità. Credo che, più che il loro numero, conti la possibilità che fra loro ci siano non solo i fedelissimi dei capi di turno, ma tante persone oneste, competenti, attente a parlare a tutti. La politica, prima che di numeri, è fatta di persone.
Ancora una volta tocca al Parlamento trovare una soluzione per aiutarci a rimanere un grande Paese, democratico ed europeo. Governare è una necessità; governare bene è un dovere. Il Parlamento non diventi, perciò, la trincea di una lunga guerra di posizione. Come nei legami familiari, tutte le forze politiche tornino a guardarsi negli occhi con la disponibilità a individuare le strade per convivere senza inganno o inutili astuzie.
È con questi pensieri nel cuore che auguro a tutti i lettori di “Avvenire” una buona festa dell’Assunta. Fin dalla sua definizione, nel 1950, il dogma non contiene soltanto l’affermazione che ciò che la Chiesa ritiene per Maria è anticipo e promessa di quella che sarà la salvezza integrale di ogni persona. Come disse allora Pio XII in Piazza San Pietro – presenti Alcide De Gasperi e Robert Schuman – l’Assunta ha a che vedere con il bene comune: «Voi, poveri, malati, profughi, prigionieri, perseguitati, braccia senza lavoro e membra senza tetto, sofferenti di ogni genere e di ogni Paese; voi, a cui il soggiorno terreno sembra dar solo lacrime e privazioni, per quanti sforzi si facciano e si debbano fare alfine di venirvi in aiuto, innalzate lo sguardo verso Colei che, prima di voi, percorse le vie della povertà, del disprezzo, dell’esilio, del dolore...». Sì, in Maria assunta in Cielo ci possiamo riconoscere tutti, a partire dai poveri di ogni tempo, quelli del difficile periodo successivo al secondo conflitto mondiale e quelli di ogni generazione, compresa la nostra.
Sotto la sua materna intercessione poniamo con fiducia le sorti del nostro amato Paese.
Gualtiero Bassetti, cardinale, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei