Gentile direttore, vorrei farle avere un’opinione semplice semplice: in Italia le opere pubbliche costano molto di più della media europea. E i (lentissimi) tempi di realizzazione moltiplicano tali costi. Se si controllasse bene, verrebbero fuori i soldi che non si trovano mai per sostenere le famiglie in difficoltà! Giorgio Taglia
Opinione semplice semplice, indicazione di un impegno titanico. Ma trovo che lei, gentile signor Taglia, abbia ragione. Dico spesso che quella che un tempo avremmo chiamato la “diligenza del buon padre di famiglia” nell’amministrare i soldi di tutti moltiplica le risorse e cancella gli alibi dell’inerzia e del disinteresse anche sul fronte delle politiche familiari. (mt)
SAMUELE ANDREUCCI, POLITICO CATTOLICO ESEMPLARE
Caro direttore, in questo tempo in cui si torna a discutere anche di fede e di impegno politico, vorrei ricordare l’anniversario della scomparsa di Samuele Andreucci, avvocato e parlamentare, avvenuta il 28 dicembre 1979. È stato un esponente del mondo cattolico e politico la cui fama è andata oltre i confini locali. Sin da giovane aderì al movimento degli scout e alla Fuci fino allo scioglimento decretato dal regime fascista. È stato combattente e prigioniero di guerra nel secondo conflitto mondiale. Liberato, poté tornare a Cesena e riprendere la professione di avvocato affiancandola all’attività politica con la Democrazia Cristiana. Per tredici anni sedette sui banchi del Consiglio comunale sino a diventare sindaco della città per un paio di mesi, dal 30 luglio al 29 settembre 1956, sufficienti comunque a dimostrare la sua tempra di amministratore, che lo portò alle dimissioni, passando alla storia come unico sindaco democristiano di Cesena, città storicamente amministrata in alternanza da repubblicani e comunisti. Di lui si racconta che un giorno sia andato personalmente a prelevare un funzionario del Comune intento a giocare a biliardo in un bar del centro anziché essere al lavoro. Nel 1958 fu eletto deputato nelle file della Dc. Conobbe Aldo Moro che lo scelse come collaboratore per la gestione dei conflitti in periferia. Questa attività, affiancata a quella di parlamentare, lo costrinse a trascurare il collegio e pertanto nelle successive elezioni non venne confermato. Tornato a Cesena si dedicò alla professione forense senza rinunciare all’impegno pubblico.
Vittorio Savoia
Cesena