"Vale lo sa bene, da lassù, che sarà sempre nel cuore, mio e di Gaia" si chiude così il video dedicato a Valentina Cicioni, una delle 29 vittime della tragedia di Rigopiano dal marito Giampaolo Matrone, che assieme alla figlia, ha liberato nel parco dell’Amore di Monterotondo, che tante volte ha frequentato con la sua compagna di vita, 29 palloncini: 28 bianchi, con il nome di tutte le vittime, più uno rosso a forma di cuore. Quello per la "sua" Valentina.
Un breve video, un palloncino speciale, rosso e a forma di cuore, accanto ad altri ventotto di bianchi, per ciascuna vittima e una poesia. E tra le righe si intuisce di una promessa: far uscire la verità e condannare i responsabili. Così Matrone, il sopravvissuto simbolo della catastrofe di Rigopiano, e la figlioletta Gaia, di 9 anni, hanno voluto ricordare, rispettivamente, la moglie e la mamma Valentina Cicioni, in occasione del quarto anniversario della più grave tragedia sulla neve mai successa in Italia, avvenuta il 18 gennaio del 2017 e costata la vita appunto a 29 persone nell’hotel travolto dalla valanga.
L’oggi trentasettenne pasticciere di Monterotondo, che in quel resort è rimasto sepolto per 62 interminabili ore uscendo miracolosamente vivo ma a carissimo prezzo – oltre ad aver perduto la sua compagna di vita, ha riportato menomazioni gravi e invalidanti agli arti –, ha scelto di lasciare da parte le tante polemiche legate alle responsabilità di una “strage di Stato”, ai ritardi, dopo quelli dei soccorsi, di un processo che non ha ancora superato la fase dell’udienza preliminare (la prossima tappa sarà il 5 marzo, in Tribunale a Pescara), alla teoria del “terremoto” che gli imputati vorrebbero usare per dimostrare la “imprevedibilità” dell’evento, al risarcimento statale che tuttavia, al momento, non prevede nulla per i superstiti. E nella lirica che ha composto per ricordare la scomparsa di sua moglie ha esaltato soltanto la figura di mamma di Valentina, che prima di volare prematuramente via ha fatto a tempo ha lasciare in dono “la cosa più bella che ci sia”, la piccola Gaia, rimasta orfana a soli cinque anni e a cui papà Giampaolo sta cercando di assicurare una vita il più serena possibile, guardando avanti, come anche sua madre avrebbe voluto, per quanto dimenticare sia impossibile e la sua perdita sia dura da sopportare, ogni giorno.