L’esortazione del postino Cheval - I palazzi ideali o incantati popolano tante fiabe. Ma nel Sud della Francia, a Hauterives, comune di campagna non lontano da Lione, ve n’è uno ben reale, che non smette d’incantare i visitatori del mondo intero da oltre un secolo. L’autore unico dell’opera, il postino Ferdinand Cheval (1836-1924), geniale autodidatta, ha realizzato il proprio «Palazzo ideale» nell’orto di cui disponeva, nel corso di un lavoro quotidiano ininterrotto fra il 1879 e il 1912, utilizzando le pietre e conchiglie trovate lungo i propri lunghi itinerari a piedi. All’ingresso del palazzo, il postino ha inciso un messaggio che suona ancor oggi come un’esortazione-sfida ai creatori del mondo intero: «10mila giornate, 93mila ore, 33 anni di prove. Si metta all’opera chi sarà più ostinato di me». Meraviglia da sogno dell’arte non accademica, il Palazzo ideale del postino Cheval festeggia i suoi 110 anni e resta un volano economico turistico per tutto il comprensorio circostante, grazie alle centinaia di migliaia di visite annuali. - .
La facciata principale - La facciata principale impressiona per la sovrapposizione armoniosa di motivi simbolici tratti dalle grandi narrazioni di tutti i tempi, compresi diversi temi biblici. Ad alcuni, il Palazzo ideale ricorda il genio dell’architetto catalano Antoni Gaudí (1852-1926), contemporaneo di Cheval. Ad altri, l’arte africana o dell’Estremo Oriente. Fra i grandi estimatori dell’opera unica di Ferdinand Cheval, vi era pure Pablo Picasso. Oggi, per la prima volta nella storia del Palazzo, la sfida lanciata dal postino delle meraviglie è stata raccolta da un noto artista francese, lo scultore-decoratore Jean-Michel Othoniel (58 anni), che ha incastonato o giustapposto al palazzo le proprie creazioni policrome in vetro soffiato, traendo ispirazione dall’incredibile epopea di costruzione del monumento. Un modo inedito per festeggiare i 110 del capolavoro. - .
Giganti e fontane - Jean-Michel Othoniel ha dato al proprio lavoro il titolo "ll sogno dell’acqua". Un riferimento ai primordi del Palazzo ideale, quando il postino Cheval in persona, in occasione delle visite di personalità illustri, azionava dei giochi d’acqua impressionanti. Dopo la morte del perseverante creatore, a seguito dei cantieri di manutenzione dell’edificio, certi canali di scorrimento creati da Cheval sono divenuti inoperanti. Ma Othoniel, che ha lavorato sugli archivi del celebre postino, ha cercato in qualche modo di far rivivere le suggestioni d’acqua che fecero sognare Cheval. Sulla facciata del Palazzo ideale, delle discrete fontane blu in vetro soffiato formano un pendant rispetto ai giganti simili a cariatidi e alle colonne. - .
La facciata posteriore - Sulla facciata posteriore del Palazzo ideale, non meno impressionante di quella principale, Othoniel è intervenuto in modo più discreto, innestando in particolare dei pinnacoli blu che suggeriscono a loro volta i momenti in cui, grazie al talento polimorfo di Cheval, l’edificio diveniva una sorta di ‘palazzo-fontana’. - .
Un ideale di fratellanza civile e interreligiosa - Il ricco e variegato messaggio simbolico del Palazzo ideale è attraversato in particolare dal tema della fratellanza umana, sul piano civile, ma anche interreligioso. Anche per questo, sulla facciata posteriore, Cheval ha persino immaginato un’ala intitolata «Moschea», che ricorda proprio gli edifici di culto musulmani. Il postino autodidatta non aveva i mezzi e le risorse per viaggiare, ma nutrì il proprio immaginario universalista sfogliando le prime riviste illustrate che ogni giorno gli capitavano fra le mani, grazie al suo lavoro.
I due vasi della riconciliazione transalpina - Fra i simboli di fratellanza umana inseriti da Cheval nella propria creazione, pure due vasi giustapposti all’ingresso di una delle tante nicchie: un «vaso romano» e un «vaso gallico». Un’allusione, naturalmente, alla celebre campagna che permise a Giulio Cesare di conquistare le contrade galliche. Anche qui, Othoniel è intervenuto con grande delicatezza, inserendo una delle proprie sculture nel cuore d’ombra della nicchia. - .
La nicchia del Cervo - Fra le nicchie delle facciate laterali del Palazzo, vi è pure quella molto poetica che custodisce il bassorilievo di un cervo. Anche qui, Othoniel ha inserito una scultura policroma in forma di fontana. - .
L’interno del Palazzo - Ancor oggi, i visitatori del Palazzo ideale possono visitare pure i corridoi interni dell’edificio, talora non meno decorati delle facciate esterne. Qui, Othoniel ha immaginato e inserito una vetrata che diffonde dei suggestivi riflessi policromi su pavimenti e pareti. - .
La terrazza - Edificio realizzato da Cheval con materiali e tecniche di costruzione estremamente rudimentali, ovvero attraverso impasti lavorati quasi interamente a mani nude, il Palazzo ideale sorprende nondimeno ancor oggi per la sua eccezionale solidità. Così, i visitatori possono salire fino all’ampia terrazza che sovrasta l’opera. Lo scultore Othoniel si è mostrato anche qui molto sobrio, limitandosi a una successione di pinnacoli per suggerire anche in tal modo il «sogno d’acqua» del postino Cheval. - .
Il sogno di una vita… - Per celebrare i 110 anni del capolavoro, i responsabili del Palazzo ideale, sito gestito oggi come un museo, hanno puntato non a caso su Jean-Michel Othoniel. Lo scultore-decoratore, noto ad esempio per aver realizzato a Parigi un centralissimo ingresso policromo della metropolitana, è un nativo della regione del Palazzo ideale. Da ragazzo, veniva spesso a visitare il monumento, rimasto sempre da allora una fonte d’ispirazione per l’artista. Nonostante le tante mostre prestigiose realizzate in tutto il mondo, Othoniel non ha mai smesso di riflettere sulle motivazioni profonde che hanno spinto il postino Cheval a spendere buona parte della propria vita in un’impresa che a non pochi potrebbe apparire quasi insensata, ma di cui, dopo oltre un secolo, si continua ad ammirare il genio recondito. Cheval lavorò al suo capolavoro unico per 33 anni dopo essere inciampato un giorno su una pietra d’eccezionale suggestione. Ma Othoniel, 58enne, ha in qualche modo ‘lavorato’ con l’immaginazione per un tempo ancor più lungo fino al cantiere sfociato nell’attuale mostra. Quest’ultimo può apparire come una sorta d’intimo coronamento personale, oltre che strettamente artistico. - .
Il sogno di una vita… - Per celebrare i 110 anni del capolavoro, i responsabili del Palazzo ideale, sito gestito oggi come un museo, hanno puntato non a caso su Jean-Michel Othoniel. Lo scultore-decoratore, noto ad esempio per aver realizzato a Parigi un centralissimo ingresso policromo della metropolitana, è un nativo della regione del Palazzo ideale. Da ragazzo, veniva spesso a visitare il monumento, rimasto sempre da allora una fonte d’ispirazione per l’artista. Nonostante le tante mostre prestigiose realizzate in tutto il mondo, Othoniel non ha mai smesso di riflettere sulle motivazioni profonde che hanno spinto il postino Cheval a spendere buona parte della propria vita in un’impresa che a non pochi potrebbe apparire quasi insensata, ma di cui, dopo oltre un secolo, si continua ad ammirare il genio recondito. Cheval lavorò al suo capolavoro unico per 33 anni dopo essere inciampato un giorno su una pietra d’eccezionale suggestione. Ma Othoniel, 58enne, ha in qualche modo ‘lavorato’ con l’immaginazione per un tempo ancor più lungo fino al cantiere sfociato nell’attuale mostra. Quest’ultimo può apparire come una sorta d’intimo coronamento personale, oltre che strettamente artistico.
Grotta Azzurra - In questi mesi speciali che celebrano i 110 anni dal completamento della costruzione del Palazzo ideale, chi giungerà a Hauterives potrà pure visitare, in uno spazio espositivo adiacente al capolavoro, altre creazioni di Othoniel, anch’esse parti integranti della mostra Il sogno dell’acqua. Fra queste, l’opera Grotta Azzurra. Il titolo è proprio italiano e con esso Othoniel rende omaggio all’ispirazione tratta dai propri lunghi soggiorni nel nostro Paese, spesso dedicati a visitare i più bei giardini storici italiani.