Selvi è la madre sostitutiva di Otan, un orango maschio di 3 anni che è stato salvato da un’abitazione a Giava Ovest grazie all’associazione JAN (Jakarta Animal Network). Selvi gli sta insegnando ad arrampicarsi sugli alberi della foresta di un centro riabilitativo presso il SOCP (Sumatran Orangutan Conservation Programme) Quarantine Centre. Lavorando insieme quotidianamente, i due hanno sviluppato un forte legame madre/figlio. La specie dell’orango dell’isola di Sumatra, in Indonesia, è gravemente minacciata dall'incessante impoverimento e dalla continua frammentazione della foresta pluviale. Con il continuo proliferare delle piantagioni di olio, di palma e di gomma, la deforestazione, l'estrazione mineraria e la caccia, gli oranghi sono costretti ad abbandonare il loro habitat naturale. Il fotografo ha documentato il lavoro di diverse organizzazioni locali a Sumatra che riabilitano e si prendono cura degli oranghi, aiutandoli nuovamente a socializzare. (Alain Schroeder - World Report Award_FFE21) - © Alain Schroeder
Mike Parkei, ranger della Ruko Conservancy, si prende cura delle otto giraffe arenate su un'isola del Kenya. (Ami Vitale_FFE21) - © Ami Vitale
La madre di due giovani ragazzi, Jessica Jones soffre di una malattia lievemente invalidante. Consapevole di quanto sia bella, ha chiesto di essere fotografata. Earle, Arkansas, 2019. (Eugene Richards_FFE21) - © Eugene Richards
Gli agenti di polizia si inginocchiano durante una manifestazione a Coral Gables, in Florida, il 30 maggio 2020 in risposta alla recente morte di George Floyd, un uomo di colore disarmato morto mentre veniva arrestato e bloccato a terra da un agente di polizia di Minneapolis. Sono scoppiati scontri e le principali città hanno imposto il coprifuoco mentre l'America iniziava un'altra notte di disordini sabato con manifestanti arrabbiati che ignoravano gli avvertimenti del presidente Donald Trump che il suo governo avrebbe fermato le violente proteste contro la brutalità della polizia. (Eva Marie UZCATEGUI / AFP _FFE21) - Eva Marie UZCATEGUI / AFP _FFE21
Alice e sua figlia Anja (4 anni). Pievesestina, provincia di Cesena. Anja è una bambina molto vivace ed energica, la sua indole è stata segnata da un evento accaduto quando aveva solo quaranta giorni di vita. Dopo aver contratto la pertosse, presumibilmente nella scuola del fratello maggiore, la bambina rimane in ospedale per diversi mesi e, una volta guarita, la madre Alice decide di lanciare una petizione online, chiedendo la reintroduzione dell'obbligo vaccinale all’interno delle scuole. La Regione Emilia-Romagna, visto il successo della petizione, decide di introdurre l’obbligatorietà per il territorio regionale e, successivamente, la legge diventa nazionale con il Decreto Lorenzin nel 2017. Da allora Alice ha ricevuto diverse minacce di morte e ha incontrato numerosi ostacoli. (Francesco Andreoli_Reset_FFE21) - © Francesco Andreoli
Il lupo ha un grande significato nella vita dei gagauzi. Le tracce della venerazione di questi animali sono state tramandate attraverso una leggenda. Il lupo rappresenta un simbolo di indipendenza e la sua testa è raffigurata sulla prima bandiera con cui i gagauzi hanno chiesto l'autonomia dalla Moldavia. (JanaMai_World Report Award_FFE21) - © JanaMai
Alexander, uno dei manifestanti arrestati, posa per un ritratto davanti al centro di detenzione di Okrestina Street a Minsk, in Bielorussia. Alexander stava andando a casa di un amico quando è stato catturato dai militari durante la prima notte delle proteste, il 10 agosto 2020. Ha trascorso 4 giorni in custodia cautelare. È stato picchiato più volte. Alexander studia al Politecnico di Minsk. (Jędrzej Nowicki_World Report Award_FFE21) - Jędrzej Nowicki_World Report Award_FFE21
(Lorenzo Pesce_FFE21) - © Lorenzo Pesce_FFE21
Una ragazzina guarda il bicchiere di plastica vuoto con cui chiede l'elemosina, lungo una strada della capitale Bogotà. Fino al giugno 2019, l'Istituto colombiano di assistenza familiare (ICBF) aveva fornito assistenza a quasi 80.000 bambini, adolescenti e famiglie venezuelane in tutto il paese. All'inizio del 2020, il governo colombiano ha annunciato due nuovi permessi di soggiorno speciali che avrebbero consentito a più di 100.000 venezuelani di rimanere e lavorare nel paese e ha inoltre stabilito che i bambini nati nel territorio nazionale da genitori venezuelani possano acquisire la nazionalità colombiana. Nel 2021 il governo ha poi deciso di garantire status legale a tutti i migranti venezuelani arrivati dopo il 2016. La misura ha permesso a 1 milione di persone di vivere e lavorare nel paese, potendo accedere ai servizi di assistenza sanitaria e istruzione. Tuttavia, un gran numero di persone continua a vivere in uno stato di forte povertà. Il diritto alle cure, all'istruzione e all'accesso al cibo sono spesso negati ai bambini. 31 ottobre 2018. Bogotà, Colombia. (Nicolò Filippo Rosso_World Report Award Master_FFE21) - Nicolò Filippo Rosso_World Report Award Master_FFE21
Persone della comunità camminano verso il cimitero di Tuilelen per la sepoltura di Rivaldo Jimenez Ramirez, Santa Cristina Garcia e Ivan Gudiel Pablo. Le vittime del massacro di Tamaulipas avevano investito tutto ciò che avevano per pagare un “coyote” e poter raggiungere gli Stati Uniti in cerca di una vita migliore. (Nicolò Filippo Rosso_World Report Award Short_FFE21) - Nicolò Filippo Rosso_World Report Award Short_FFE21
Due sorelle camminano tra le baracche di Mathare, in Kenya, dopo essere andate a scuola. (Sebastian Gil Miranda for Fútbol Más_FFE21) - Sebastian Gil Miranda for Fútbol Más_FFE21
"Al settimo mese di gravidanza mi sono accorta di avere un nodulo e un controllo ha evidenziato che si trattava di un tumore. Non avevo tempo da perdere, in quel periodo vivevo in Sardegna e volevo tornare a Milano per ulteriori accertamenti, ma c'era il rischio che non mi facessero salire in aereo. Alla 35esima settimana mi hanno fatto partorire per iniziare le cure, ero molto preoccupata per mio figlio, ma per fortuna era già grandino e quando è nato stava bene. Mi è dispiaciuto molto non poterlo allattare. Non ho avuto modo di realizzare quanto è successo, la mia vita è scandita dai ritmi del mio bimbo. È una gioia che mi riempie la vita e che non mi dà il tempo di pensare ad altro". (Silvia Amodio_Corporate_FFE2021) - ©Silvia Amodio_Corporate_FFE2021
Raccontare il mondo in cui siamo immersi, senza avere paura della realtà, anche quando è scomoda o drammatica. Per il 12° anno, il Festival di Fotografia Etica porta a Lodi i lavori di ottanta fotografi provenienti da tutto il mondo, a partire dal 24 settembre. Un totale di venti mostre distribuite nei siti più particolari della cittadina: chi le visita può scoprire storie vicine e lontane, personali o di un intero popolo, sempre attuali.
Al cuore del Festival, anche quest’anno, i lavori vincitori del World Report Award, concorso fotogiornalistico che coinvolge ogni anno centinaia di fotografi. Tra i primi classificati, anche alcuni italiani. Nicolò Filippo Rosso espone il reportage “Exodus”, che documenta la marcia dei rifugiati dal Venezuela alla Colombia e dall’America centrale al Messico e agli Stati Uniti. Daniele Vita ha vinto la categoria “future generations” ed espone “Bagnanti”, reportage che si ambienta a Catania e conduce sulle tracce dei giovani adolescenti dei “guatteri” e della loro voglia di una vita parallela a scelte di criminalità e malavita.
Il programma prevede anche grandi nomi del fotogiornalismo internazionale. Come Eugene Richards, in mostra con un lavoro che conduce nell’America del delta dell’Arkansas per vedere quali delle promesse fatte 50 anni fa alla comunità afroamericana si siano effettivamente realizzate. Immagini che raccontano la povertà endemica, il razzismo, la violenza e la lunga strada ancora da percorrere per raggiungere l’uguaglianza, in una mostra assolutamente inedita in Italia.
Il tema della pandemia viene ovviamente toccato dal Festival, anche in modo delicato. Un esempio è il lavoro “Pandemic Pigeons - A Love Story” ("Piccioni della pandemia - una storia d'amore") del fotografo olandese Jasper Doest. Le sue foto raccontano di una coppia di piccioni selvatici, Ollie e Dollie, ospiti abituali in casa del fotografo durante i periodi di lockdown, diventati un aiuto importante per rimanere “sani di mente” in periodi “molto complicati”.
E poi: una mostra in ricordo di Gino Strada, che nasce dalla collaborazione storica del Festival con Emergency; il festival “Off”, con fotografie esposte in bar e negozi; la possibilità di valutazione del portfolio dei visitatori; gli incontri di approfondimento. Per tutti, c’è la possibilità di partecipare a visite guidate dagli stessi fotografi.
Per partecipare al Festival, l’acquisto del biglietto è consigliato online, qui (biglietto intero per la giornata, 14 euro; previste diverse riduzioni). Le mostre saranno aperte durante i weekend, dal 24 settembre al 25 ottobre.