Scampoli di tessuto, vecchi campionari, vestiti di lusso e non, recuperati nell'armadio: la maestria nell'usare un paio di forbici e una macchina per cucire e la magia è fatta. Un nuovo articolo è pronto nell'atelier dei Fratelli Maristi al collegio Champagnat di Aleppo.
Leyla Moussali (a sinistra) è la responsabile del progetto, mentre Jessica Samman (a destra) è la direttrice del laboratorio aperto poco più di un anno fa, nell'ottobre del 2017 grazie a un finanziamento di 5mila euro dell'associazione Aiulas.
«Heartmade» è il logo, che è già un programma: «Fatto con il cuore». «E' una idea nata dopo aver visto progetti simili all'estero: produrre capi di sartoria con stoffe di riciclo e il minimo di scarto possibile», spiega Leyla Moussali.
Un progetto che dà lavoro a 9 donne con un salario di 70 euro al mese per 25 ore alla settimana. «Un buon stipendio e con orari che consentono di occuparsi anche della famiglia», spiegano all'atelier.
Si riutilizza tutto il possibile, in una città che esce dalla guerra civile: così dei vecchi gomitoli rinvenuti in qualche cassone diventano una coperta da mostrare con orgoglio.
Un lavoro di precisione, abilità recuperando competenze diffuse in una città come Aleppo nota come "capitale mondiale del tessile".
Una sfida quotidiana: saper coniugare creatività e precisione, pur disponendo di mezzi essenziali: «Fare con il cuore», dopo aver frequentato un corso di 3 mesi di taglio e cucito dai Maristi blu.
«Heartmade» vuole diventare un "brand", ma è già uno stile di vita. Nell'atelier lavorano donne cristiane e musulmane: si taglia e cuce coltivando buone rlazioni.
Un amico dei maristi, da pochi mesi, ha affittato un negozio in centro Aleppo. Una scommessa, in una città ancora ferita dalla guerra civile: ma adesso «Heartmade» è anche una boutique.
Arrivano i primi clienti: ad Aleppo si può anche sorridere e fare festa con un vestito nuovo, "fatto con il cuore".
Ricominciare, dopo che una ferita ha segnato il corpo e di certo, a tutti, ha paralizzato l’anima. Ricominciare e scoprire che «anche un mondo ferito si può colorare di speranza». In Medio Oriente c’è chi la guerra l’ha vista materializzarsi un giorno sotto casa, chi è divenuto profugo e chi, nello sforzo di accogliere, ha visto la vita cambiare. Per questo le Ong del consorzio Humanity (Ass. Realmonte, Celim, Engim, Fondazione Buon Pastore, Fundacion Promocion Social, FMSI, Punto Missione) con Focsiv rilanciano per il terzo anno la sfida: «Ricominciamo da loro», da chi si trova in un campo profughi, in una scuola nei container, o in una città distrutta. A fianco di chi è stato ferito, i cooperanti di Focsiv, vogliono accompagnare l’uscita dalla prima emergenza e creare le condizioni per tornare a casa. Ricominciare. E ricostruire. Qui tutti gli aggiornamenti sulla campagna.
Si può donare anche per Posta con il CCP n° 47405006 intestato a: FOCSIV, causale: Avvenire per Emergenza Siria - Kurdistan. BANCA ETICA IBAN: IT 02 J 05018 03200 0000 11796695 intestato a: FOCSIV FOR HUMANITY. ON LINE sul sito «humanity.focsiv.it»