L'ex presidente Usa Donald Trump - REUTERS
Con le presidenziali Usa che si avvicinano, fioccano impegni fantasiosi e dichiarazioni. L'ex presidente Donald Trump ha promesso di rendere pubblici tutti i documenti riservati legati all'assassinio del presidente John F. Kennedy e dichiarato di sapere anche chi c'era dietro l'omicidio. Ma, ha aggiunto, tutto sarà rivelato a condizione di essere eletto a novembre. L'annuncio è stato fatto durante un'intervista al podcast "All-In". Al tycoon è stato chiesto perché non avesse pubblicato i file durante il suo primo mandato. Trump ha risposto, spiegando che qualcuno gli aveva chiesto di tenere segrete le informazioni. "Beh - ha aggiunto - non è stata la Cia a chiedermelo, ma penso che probabilmente ci fosse la Cia dietro. Preferirebbero che non rendessi pubblico il resto dei documenti". Il candidato indipendente Robert Kennedy Jr, nipote del presidente ucciso nel 1963, da sempre sostiene il coinvolgimento della Cia. Trump dice adesso di essere pronto a pubblicare tutto. "Lo farò molto presto - ha ribadito - molte persone vogliono vedere i documenti e io penso che sara' molto interessante, ma ci sono anche altre cose che renderò pubbliche". Su quest'ultima rivelazione il conduttore ha chiuso l'intervista, promettendo che ne avrebbe parlato con il tycoon fuori dai microfoni.
Ma non basta. Trump ha anche detto di “amare i Dieci Comandamenti nelle scuole pubbliche, nelle scuole private e in molti altri posti". Lo ha scritto sul suo social, Truth, commentando la decisione della Louisiana di imporre l'esposizione dei comandamenti biblici nelle aule di tutte le scuole pubbliche, dalle elementari ai college. "Come possiamo, come nazione, sbagliarci? - ha aggiunto - Questo e' forse, nei fatti, il primo importante passo verso la rinascita della religione, di cui il nostro Paese ha disperatamente bisogno". Trump ha concluso il post con lo slogan "Bring back TTC", cioè ridateci i Dieci Comandamenti.
Non se la passa bene intanto l'ex stratega di Trump, Steve Bannon che ha rivolto un appello alla Corte Suprema di sospendere la sua incarcerazione, prevista il 1 luglio. Bannon è stato condannato quasi due anni fa a quattro mesi di carcere per oltraggio al Congresso, ma sta facendo appello contro la condanna. L'avvocato di Bannon, David Schoen, ha sostenuto che il suo caso è "stato strumentalizzato per ragioni politiche" e solleva "gravi questioni costituzionali" che devono essere esaminate dalla Corte Suprema. In passato il massimo tribunale americano ha rifiutato di sospendere il carcere per un altro ex assistente di Trump, Peter Navarro.