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Cresce l’attesa alla Convention repubblicana di Milwaukee per il discorso con cui giovedì Donald Trump accetterà formalmente la sua terza nomination alla Casa Bianca. Per ora i delegati e gli iscritti al partito si sono dovuti accontentare di una breve apparizione del loro beniamino, con un vistoso cerotto sull’orecchio destro, a fianco del suo prescelto per il posto di vice nel ticket repubblicano, JD Vance. Una decisione che ha infiammato la base Maga dell’ex presidente per le credenziali populiste e conservatrici del fotogenico 39enne, il quale dopo averlo accusato per anni di essere un bugiardo, all’uscita dalla Casa Bianca ha cambiato idea ed è diventato uno dei suoi più accaniti sostenitori.
«Penso che se eletto, Donald Trump, come ha promesso di fare, andrà là e negozierà un accordo con Mosca e Kiev per porre fine rapidamente alla guerra ucraina, in modo che l'America si possa concentrare sul vero problema, che è la Cina», ha detto Vance nella sua prima in intervista da candidato alla vicepresidenza, concessa alla rete conservatrice Fox News. Intanto, a conferma che l’attentato non l’ha spaventato, Trump ha fatto sapere che ricomincerà a fare comizi subito dopo la fine della kermesse del Midwest, sabato prossimo in Michigan, a una settimana esatta dalla sparatoria in Pennsylvania. E domani sul palco del Fiserv Forum comparirà anche Melania Trump, che da mesi non viene vista accanto al marito e la cui assenza alla prima giornata della convention non è passata inosservata.
«Dov’è Melania?», titolava ieri il New York Post, sottolineando che l'ex first lady non si è fatta vedere neanche dopo il tentato assassinio di Donald. Ad affiancare Trump all’arrivo alla Convention – mentre i sostenitori applaudivano e scandivano “fight”, “combatti”, la parola che ha ripetuto più volte mentre veniva portato via dal palco con il volto insanguinato – c’erano i figli Donald jr, Eric e Tiffany, oltre alla fidanzata del primo Kimberly Guilfoyle (ex conduttrice di Fox News) e alla moglie del secondo Lara Trump, co-presidente del Partito repubblicano. Mancavano il figlio più giovane, il 18enne Barron, e la figlia Ivanka che, dopo aver avuto con il marito Jared Kusher un ruolo di primo piano nella prima Amministrazione del padre, ha fatto un netto passo indietro dalla politica da quando ha lasciato la Casa Bianca nel 2021. La Convention si era aperta con un momento di silenzio in onore della vittima colpita da un proiettile diretto a Trump, ma Helen Comperatore, la vedova dell'uomo ucciso mentre proteggeva la sua famiglia, ha detto di non aver ricevuto notizie o condoglianze da Trump. Ieri sul palco si sono alternate l'ex ambasciatrice all'Onu Nikki Haley e il governatore della Florida Ron De Santis, entrambi accesi rivali del tycoon nelle primarie per la Casa Bianca, seguite dallo speaker della Camera, Mike Johnson.
Ha sorpreso la presenza di Haley, la più acerrima avversaria di Trump, che inizialmente non era neppure stata invitata. Solo dopo l'attentato le è stato proposto di parlare e lei ha accettato. Nella lista degli speaker figuravano anche il senatore Marco Rubio, che era nella shortlist per diventare vice del Gop, Lara Trump, Steve Scalise e Elise Stefanik, numeri due e tre della Camera, la controversa candidata al Senato Kari Lake (Arizona) l'ex candidato presidenziale Vivek Ramaswamy e la governatrice dell'Arkansas Sarah Huckabee Sanders, già portavoce della Casa Bianca con Trump. La corrente più tradizionale del partito, ormai in assoluta minoranza, non era rappresentata, e sembra persino aver rinunciato a fare sentire la sua opinione. Con poche eccezioni. Una è l’ex deputata repubblicana Liz Cheney, critica accesa di Trump. «JD Vance ha promesso che avrebbe fatto ciò che Mike Pence non fece: ribaltare un'elezione e prendere illegalmente il potere. Dice che il presidente può ignorare le sentenze dei nostri tribunali. Capitolerebbe di fronte alla Russia e sacrificherebbe la libertà dei nostri alleati in Ucraina — ha scritto ieri su X —. Il Gop di Trump non è più il partito di Lincoln, Reagan o della Costituzione».