Beveva di continuo e sempre online per guadagnarsi la fama. Birra, alcolici ma anche olio da cucina. Il corpo, alla fine, non ha retto. Chu – di lui si conosce soltanto il cognome – è morto la notte dell’ultimo dell’anno mentre si trovava su un taxi che lo riportava a casa, prima che potessero visitarlo i medici. E' capitato a Dalian, nel nord est della Cina.
Capita in Cina dove l’online ha scatenato, come in Occidente, dipendenza e megalomania tra molti. Secondo il “South China Morning Post” Chu ha bevuto ogni giorno, per tre mesi, filmandosi e guadagnando circa 500 yuan al giorno, 65 euro per le sue performance. Aveva appena ventinove anni e cercava la notorietà, dopo l’ennesimo spettacolo in diretta su Internet, in un supermercato di Dalian, nel nord-est della Cina.
E’ stato l’autista del taxi che lo riportava a casa ad accorgersi del malessere e ha chiamato la polizia dopo aver cambiato tragitto per portare Chu in ospedale. “Beveva senza sosta, persino per un giorno intero”, ha dichiarato una persona identificata come suo amico. Tramite una app di Liaoliao Chu era in contatto con i suoi fans. In una delle sessioni dal vivo delle sue bevute aveva ammesso di non farcela più ma gli spettatori lo avevano incitato a continuare.
Dopo la morte del giovane Liaoliao ha dichiarato di aver eliminato le funzioni di live streaming e di aver rimosso dalla app i video delle bevute di Chu. “In ottemperanza all’iniziativa nazionale del 2019 di pulizia di internet”, è il messaggio postato da Liaoliao, “abbiamo lanciato un’indagine interna. Tutti i video sono stati chiusi fino a nuove informazioni”. Il caso di Chu non è unico nel suo genere. Anche altri sono morti alla ricerca della fama su Internet. Nella provincia orientale dello Zhejiang, nei giorni scorsi, un uomo è morto dopo essere saltato da un ponte in un fiume per fare colpo sui suoi followers.