Theresa May ostaggio degli estremisti della Brexit lascia Downing street per Westminster (Ansa)
Theresa May ha perso ancora un voto a Westminster. La premier ne esce indebolita anche nei suoi negoziati con la Ue.
Il primo ministro sta cercando, in questi giorni, di ottenere dall'Unione modifiche significative e legalmente vincolanti al backstop, quella rete di protezione che, per evitare una frontiera «dura » tra nord Irlanda e Irlanda, manterrà il Regno Unito nell’unione doganale. Obbiettivo già impossibile perché Bruxelles ha chiarito che non intende modificare il trattato concordato lo scorso novembre e costato due anni di lavoro.
E’ chiaro, però, a questo punto, che se anche la Ue cedesse – ed è comunque improbabile - non esiste una maggioranza a Westminster per approvare un trattato anche modificato. Insomma continua a ripetersi lo scenario del 15 gennaio quando Theresa May subì la sconfitta peggiore di ogni governo britannico di storia recente non ottenendo, per 202 voti contro 432, il sostegno del parlamento per l’accordo firmato con la Ue.
Verso la frattura netta con la Ue
Significativo che, ancora una volta, ad abbandonare la premier siano stati gli estremisti della Brexit che vogliono un’uscita senza accordo della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Guidati dal deputato Jacob Rees Mogg, si sono astenuti. Sembra proprio che saranno loro ad avere la meglio mentre la Gran Bretagna si avvia a grandi passi verso il “no deal”, la rottura netta con l’Europa che scatterà il 29 marzo prossimo, data ufficiale della Brexit.