The Houses of Parliament, Londra - Ansa
Dal primo gennaio il Regno Unito ha dato l'addio alla Ue e tra le altre novità ha cancellato anche la tanto discussa "tampon tax", l'Iva sui prodotti igienici, tra cui gli assorbenti femminili, finora tassati al 5%, nella categoria dei beni non essenziali.
Un'ingiustizia tutta europea per le attiviste britanniche, che da anni si battevano per eliminare questa "tassa sessista", ottenendo infine la promessa del ministro delle Finanze, Rishi Sunak.
Non si tratta di una questione puramente economica perché secondo le stime del Tesoro l'iniziativa permetterà alle donne di risparmiare appena 40 sterline nel corso della vita.
"È stata una lunga strada per raggiungere questo punto, ma alla fine la tassa sessista che vedeva i prodotti igienici classificati come non-essenziali, oggetti di lusso può essere consegnata ai libri di storia", ha commentato Felicia Willow, direttrice della Fawcett Society, una ong che si occupa soprattutto di parità di genere.
Ad avviare il dibattito vent'anni fa era stata la deputata laburista Ann Taylor, portando l'allora governo Labour nel gennaio 2001 a ridurre la tassazione al 5%, il tasso più basso permesso dalla legislazione comunitaria. Nel 2014 il 'testimone' era stato preso dalla giovane attivista Laura Coryton, che aveva convinto l'esecutivo conservatore a decidere di devolvere dal 2015 l'Iva raccolta a enti di beneficenza per ragazze e donne vulnerabili.
A impegnarsi era stato soprattutto il ministro delle Finanze Rishi Sunak: "I prodotti sanitari sono essenziali quindi è giusto che non sia addebitata l'Iva", ha commentato.
A livello globale, solo pochi Paesi del mondo non impongono tasse aggiunte ai prodotti sanitari destinati alle donne, tra cui Canada, India, Australia, Kenya e diversi stati degli Usa. L'anno scorso, la Germania ha votato per ridurre la sua aliquota fiscale sui prodotti per l'igiene femminile dopo averli ritenuti una necessità quotidiana e non un lusso.
In Italia ogni tentativo di far scendere l'aliquota Iva, oggi al 22%, come per tutti i beni di consumo, è stato un insuccesso. Un emendamento alle Legge di bilancio per il 2021, presentato da Laura Boldrini, non è passato. Secondo il ministero per l'Economia e le Finaze (Mef) sarebbe stata necessaria una copertura di circa 300 milioni di euro per compensare il mancato ingresso dell'Iva.
Al momento l'Iva ridotta al 5% in Italia è in vigore dal 2020 solo per gli assorbenti compostabili o lavabili e per le coppette mestruali. L'associazione weworld.it ha lanciato una petizione con raccolta firma dal titolo #fermalatampontax.