La sonda Juice - Ansa
E' stata lanciata oggi Juice, la sonda diretta a Giove e alle sue lune Europa, Ganimede e Callisto, che sotto la superficie ghiacciata nascondono oceani che potrebbero ospitare la vita. Il lancio è avvenuto con un Ariane 5 dalla base europea di Kourou (Guyana Francese).
Nella missione dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) l'Italia ha un ruolo di primo piano con Agenzia Spaziale Italiana (Asi), università, enti pubblici di ricerca e industria. Sono italiani sia un terzo degli strumenti destinati a studiare da vicino mondi così lontani, sia i pannelli solari di Juice, i più grandi mai andati nello spazio.
Perché una missione su Giove
Valutare l'abitabilità delle lune di Giove: questo il principale obiettivo della missione. Dopo il lancio, a bordo di un vettore Ariane 5, Juice sfrutterà la spinta gravitazionale della Terra, della Luna e di Venere compiendo 4 flyby planetari e dopo un viaggio di 8 anni per percorrere 700 milioni di chilometri raggiungerà Giove, quinto pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole e il più grande di tutto il sistema planetario: potrebbe contenere la Terra 1.300 volte. Qui studierà in particolare Ganimede, Europa e Callisto, le tre lune ghiacciate dotate di oceani che orbitano attorno a Giove e che verranno esaminate alla ricerca di possibili habitat per la vita.
Come opererà Juice (e perché si chiama così)
Juice - la sigla sta per (la sigla sta per JUpiter ICy moons Explorer, esploratore delle lune ghiacciate di Giove) - comincerà le sue osservazioni sei mesi prima di entrare in orbita intorno a Giove di cui analizzerà atmosfera e magnetosfera.
Una volta nel sistema gioviano studierà per quattro anni come l'interazione del gigante gassoso abbia reso le sue lune così differenti; misurerà lo spessore della calotta ghiacciata di Europa che nasconde un ipotizzato oceano di acqua liquida; poi visiterà Callisto mondo ricco di crateri che potrebbe ospitare un oceano sotterraneo. Infine indagherà le condizioni di abitabilità di Ganimede l'unica luna gioviana con una magnetosfera.
La missione Esa si concluderà nel 2035, quando Juice non avrà più propellente per mantenere la sua orbita attorno a Ganimede.
La sonda spaziale europea Juice, con il razzo vettore: raggiungerà Giove tra 8 anni - Ansa
Il ruolo dell'Agenzia Spaziale Italiana e gli strumenti
L'Agenzia Spaziale Italiana, affiancata dalla comunità scientifica nazionale, contribuisce alla missione con tre strumenti scientifici: Janus, Rime e 3GM, più un quarto, Majis, a leadership francese realizzato attraverso un accordo bilaterale tra l'Asi e l'agenzia spaziale francese Cnes. Gli strumenti aiuteranno gli scienziati a studiare l'ambiente di Giove e delle sue lune e sono stati realizzati anche attraverso diverse cooperazioni internazionali tra l'Asi e il Jpl/Nasa, l'agenzia tedesca DLR, il CNES e l'Agenzia Spaziale Israeliana (Isa).
In particolare Rime (Radar for Icy Moon Exploration) è un radar sottosuperficiale ottimizzato per penetrare la superficie ghiacciata dei satelliti Galileiani fin alla profondità di 9 chilometri con una risoluzione verticale fino a 30 metri. Per il radar Rime, il cui Principal Investigator è dell'universita' di Trento, è prevista anche una collaborazione sull'uso e condivisione dei dati scientifici anche con il Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa.
Quanto a Janus (Jovis, Amorum ac Natorum Undique Scrutator), si tratta di una camera ottica per studiare la morfologia e i processi globali regionali e locali sulle lune e per eseguire la mappatura delle nubi di Giove. Per Janus, Leonardo ha realizzato, anche grazie alla collaborazione dell'Università Partenope di Napoli e dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), la telecamera ad alta risoluzione dedicata al monitoraggio dell'atmosfera di Giove e lo studio delle sue tre lune ghiacciate per la ricerca di ambienti in grado di ospitare forme di vita. La telecamera, che verrà utilizzata sotto la responsabilità scientifica dell'Inaf, è stata realizzata anche grazie alla collaborazione con l'agenzia tedesca Dlr, che ha partecipato allo sviluppo attraverso un accordo bilaterale con Asi.
3GM (Gravity and Geophysics of Jupiter and the Galilean Moons) invece è uno strumento per radio scienza che comprende un transponder in banda Ka ed un oscillatore ultrastabile (USO), realizzato in collaborazione con l'Agenzia Spaziale Israeliana (Isa). Sarà utilizzato per studiare il campo di gravità fino alla decima armonica di Ganimede e l'estensione degli oceani interni sulle lune ghiacciate. 3GM sarà inoltre supportato dall'accelerometro ad alta precisione (Haa) necessario per calibrare i disturbi dinamici interni del satellite, in particolare dovuti al movimento del propellente nei serbatoi.
Importante inoltre il coinvolgimento italiano per quanto riguarda la testa ottica dello strumento Majis (Moons and Jupiter Imaging Spectrometer), uno spettrometro iper-spettrale a immagine per osservare le caratteristiche e le specie minori della troposfera di Giove nonché per la caratterizzazione dei ghiacci e dei minerali sulle lune ghiacciate. Majis, di responsabilità francese è stato realizzato con un accordo bilaterale tra Aai e Cnes e vede la partecipazione dell'Inaf nel coordinamento delle attività scientifiche dello strumento.
Gli enti e le università che compongono i team scientifici per i 4 strumenti a partecipazione italiana sono: Inaf - Istituto Nazionale di Astrofisica (con le sedi di Roma, Teramo, Padova e Catania), Università di Trento, Sapienza Università di Roma, Università di Roma Tre, Università D'Annunzio di Pescara, Fondazione Bruno Kessler (FBK), Università di Bologna, Università di Tor VergataRoma, Istituto Geoscienze e Georisorse (IGG) del CNR, Università Partenope di Napoli, Cisas - Università Padova, Politecnico di Milano, Università del Salento. Per quanto riguarda le industrie nazionali, la realizzazione degli strumenti vede il coinvolgimento sia di Thales Alenia Space che di Leonardo. La prima si è occupata della realizzazione dello strumento Rime, del transponder in banda Ka di 3GM e dell'accelerometro HAA. La seconda ha assunto la responsabilità nella realizzazione dello strumento Janus e della testa ottica di Majis. Di Leonardo sono anche i pannelli solari di Juice, i più grandi mai realizzati per una missione interplanetaria.