Il prossimo 15 marzo, la devastante
guerra in Siria - iniziata nel 2011 - entrerà nel suo sesto anno.
Queste le date emblematiche del conflitto:
- 15 MARZO 2011: Iniziano manifestazioni senza precedenti nel
Paese, governato con il pugno di ferro da quarant'anni dal regime
Assad (prima Hafez al Assad, poi suo figlio Bashar). Alcuni
piccoli cortei sono dispersi con la forza a Damasco, ma è
soprattutto a Deraa (sud) che il movimento acquista portata, in
seguito agli arresti e alle torture di giovani sospettati di aver
scritto slogan antiregime sui muri.
Washington, Parigi e Londra condannano la "repressione violenta
dei manifestanti", mentre il regime denuncia una "rivolta armata
di gruppi salafiti". La contestazione prima si radicalizza, con
appelli alla caduta del regime, poi si allarga.
- 17 LUGLIO 2012: L'Esercito siriano libero (Esl), principale
componente della rivolta che unisce i civili che hanno
imbracciato le armi con i disertori, lancia la battaglia di
Damasco, ma il regime controlla con fermezza la capitale e la
difende.
Tre giorni dopo, i ribelli lanciano la battaglia di Aleppo
(nord), divisa tra le zone controllate dai ribelli e le zone
controllate dal regime.
- 30 APRILE 2013: Hassan Nasrallah, leader dell'organizzazione
estremista sciita libanese Hezbollah, riconosce che i suoi
combattenti sono schierati al fianco del regime. Assad infatti fa
parte della comunità alawita (10 per cento della popolazione),
espressione dell'islam sciita, mentre la maggior parte della
popolazione è sunnita.
- 21 AGOSTO 2013: Sono attaccate due
zone controllate dai ribelli nei pressi di Damasco. Il regime è
accusato di aver usato il gas sarin e di aver provocato, secondo
Washington, la morte di 1.400 persone. A settembre, un accordo
russo-americano sullo smantellamento dell'arsenale chimico
siriano ferma in extremis la minaccia di raid di Washington.
- 14 GENNAIO 2014: Le milizie jihadiste dello Stato Islamico in
Iraq e nel Levante (Isil, poi Daesh) conquistano la città di Raqqa (nord)
dopo combattimenti con i gruppi ribelli rivali. Si tratta del
primo capoluogo di provincia a sfuggire completamente dal
controllo del regime. A fine giugno, l'Isil decide di assumere la
denominazione di Stato Islamico e annuncia la creazione di un
"califfato" nelle zone conquistate in Siria e nel vicino Iraq.
Nel 2013 le milizie jihadiste, in particolare i membri del
Fronte al Nusra (filiale siriana di al Qaida), riescono a
rafforzare la propria presenza nel nord.
- 9 MAGGIO 2014: La Città Vecchia di Homs, nel centro del Paese e
soprannominata dagli oppositori "capitale della rivoluzione",
torna in mano all'esercito dopo un assedio di due anni e
durissimi combattimenti. I ribelli se ne andranno poi dall'ultimo
quartiere di Homs a fine 2015.
- 26 GENNAIO 2015: Il Daesh è cacciato da Kobane, alla frontiera
con la Turchia, dopo più di quattro mesi di feroci combattimenti
guidati dalle forze curde con il sostegno dei raid della
coalizione antijihadista sotto comando degli Stati Uniti. I curdi
rappresentano il 15 per cento della popolazione siriana.
- 28 MARZO 2015: Una coalizione
composta da jihadisti, in particolare di al Nusra, e altri gruppi
fondamentalisti islamici sunniti, si impadronisce di Idlib,
nordovest del Paese. A maggio Assad ammette che le sue truppe
hanno subito alcune sconfitte, mentre a luglio parla di una
"carenza di risorse umane" nell'esercito.
- 30 SETTEMBRE 2015: La Russia, alleata del regime, intraprende
una campagna aerea contro i gruppi "terroristici", tra i quali
il Daesh. Ma i ribelli e gli occidentali accusano Mosca di prendere
di mira soprattutto le altre organizzazioni ribelli e non il Daesh.
L'esercito riuscirà, con l'appoggio dell'aviazione militare
russa, a riconquistare numerose regioni.
- 27 FEBBRAIO 2016: Propiziato da russi e americani, un accordo
di cessazione delle ostilità senza precedenti entra in vigore tra
il regime e i ribelli, favorendo il rilancio dei negoziati
inter-siriani. Restano fuori dall'intesa sia il Daesh sia il Fronte
al Nusra, che controllano più del 50 per cento del territorio
della Siria.