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Non «deplorevole» ma «sfortunata». L’ambasciata israeliana presso la Santa Sede ha rettificato la propria risposta alle parole del segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin che, dopo aver condannato in modo inequivocabile il massacro perpetrato da Hamas il 7 ottobre, aveva invitato Israele a un uso proporzionato del diritto alla difesa poiché «certamente, con 30mila morti, non lo è».
Una dichiarazione «sfortunata» e non «deplorevole», come era apparso nel testo di ieri. Si sarebbe trattato – spiega la rappresentanza diplomatica – di una questione di traduzione. Nel comunicato originale, in lingua inglese, c’era l’espressione « “It is a regrettable declaration”.
Nella traduzione in italiano è stata scelta la parola “deplorevole” che poteva anche essere tradotta in modo più preciso con “sfortunata”», scrive l’ambasciata.
Più volte papa Francesco ha implorato la pace per la Terra Santa. Come ha spiegato il direttore editoriale del dicastero per la Comunicazione vaticano, Andrea Tornielli: «Per la Santa Sede la scelta di campo è sempre quella per le vittime», israeliane, palestinesi, di qualunque popolo, nazionalità, religione. Per questo, «nessuno può definire quanto sta accadendo nella Striscia un “danno collaterale” della lotta al terrorismo. Il diritto alla difesa, il diritto di Israele di assicurare alla giustizia i responsabili del massacro di ottobre, non può giustificare questa carneficina».