Il presidente russo Vladimir Putin ha inasprito le nome sui controlli del Web (Ansa)
Il presidente russo, Vladimir Putin ha firmato la controversa legge che ha come obiettivo quello di dare vita a un controllo serrato del Web da parte dello Stato. Il disegno di legge era stato presentato alla Duma in dicembre e votato in febbraio, spiegando che il provvedimento era una reazione alla politica sempre più aggressiva degli Stati Uniti in campo di cyber security.
In pratica, con il provvedimento si vuole creare un sistema di domini (Dns) alternativi per proteggere tutti i siti di lingua russa in caso di disconnessione dalla rete globale. Una questione di sicurezza nazionale per i deputati, per la società civile un modo di isolare il Paese anche nel campo del web, strutturato sul modello cinese. Con il 'nuovo internet' il controllo del traffico virtuale verrebbe centralizzato, limitando l'accesso a siti che contengono informazioni scomode per il Cremlino.
Nelle scorse settimane, nel Paese c'erano state forti proteste per un'altra legge che riguardava internet e che autorizzava a chiudere un sito internet in caso di diffusione di una "fake news" o anche solo a rimuovere il contenuto controverso. In quel caso si era parlato di tentativo di ridurre la libertà di stampa. Stando a un sondaggio condotto dall'agenzia stampa di Stato, il 52% dei russi è contrario alla legge, che comunque, secondo gli esperti, potrebbe essere molto difficile da implementare dal punto di vista tecnico. La Russia ha dichiarato di avere condotto alcuni test nel 2014, in base ai quali la statalizzazione di internet sarebbe possibile, non senza però un consistente ritardo nel flusso dei dati.