mercoledì 19 giugno 2024
Sempre impeccabile, tra i politici più amati nel Paese, la presidente della Renania-Palatinato ha spiegato senza giri di parole: «Non ho più la forza per affrontare l'incarico»
Malu Dreyer, premier dello Stato federale tedesco della Renania-Palatinato

Malu Dreyer, premier dello Stato federale tedesco della Renania-Palatinato - ANSA

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Nessun giro di parole: dritta al punto con il coraggio di chi sta affrontando la malattia. Malu Dreyer, la prima governatrice di un land in Germania - quello della Renania-Palatinato - e fra i politici più amati del Paese, ha annunciato oggi le dimissioni due anni prima della fine del suo mandato perché affetta da sclerosi multipla. «Non ho più la forza di portare avanti l'incarico», ha detto alla stampa.

Sempre impeccabile, 63 anni, socialdemocratica, Dreyer fa i conti con la sua patologia dal 1995. L'anno della diagnosi coincise con l'ingresso nel partito: la malattia, combattuta a tratti in passato dalla sedia a rotelle, non l'ha mai davvero fermata. Però oggi davanti ai giornalisti, a Magonza, non ha fatto cenno a questo suo difficile percorso. Maria Luise - che ha unito i suoi due nomi nel ben più riconosciuto "Malu" - ha spiegato con semplicità le cose come stanno: «Ho servito questo Land con grande entusiasmo, grande forza ed energia. Purtroppo ho dovuto prendere atto che questa forza adesso è limitata».

Il suo esecutivo potrà continuare a governare, ha chiarito la leader di uno dei primi esempi di "semaforo" (la coalizione che guida anche Olaf Scholz a Berlino). Una squadra di successo, nel suo caso, nata nel 2016 con gli alleati verdi e liberali e che ha visto riconfermarsi il mandato nel 2021.

Formazione giuridica, magistrata, sindaco di un piccolo comune, e poi cresciuta in politica fino a commissariare il suo partito nella crisi che investì la guida dell'ex ministra di Angela Merkel, Andrea Nahles, Dreyer ha scelto per il passaggio del testimone il suo vice, l'assessore al lavoro Alexander Schweitzer, che si sottoporrà al voto del Parlamentino regionale il 10 luglio. E che ha adesso ben due anni di tempo, per presentarsi alle urne da rodato governatore.

La presidente uscente ha gestito l'amministrazione in anni difficili, segnati dalla pandemia, dalla crisi dei rifugiati e nel 2021 da un evento particolarmente drammatico: la catastrofe dell'alluvione che investì la zona dell'Arthal, con 135 morti. E uno strascico di durissime polemiche.

Oggi Dreyer ha citato questi momenti, e poi ha spiegato un po' più nei dettagli le attuali difficoltà: «E' diventato più difficile ricaricarmi. Dopo un grande sforzo prima mi bastava una bella dormita per recuperare. Adesso non è più cosi». L'agenda fitta degli appuntamenti, la pressione generale, non consentono di affrontare i prossimi due anni nel ruolo. «Ho 63 anni, non sono vecchissima, ma devo constatare che non è più come quando ne avevo 50». «Non vado via a cuore leggero - ha sottolineato - perché non sono tanca del lavoro. Ma avevo promesso alle cittadine e ai cittadini che avrei dato tutta la mia forza all'incarico e per come sono fatta non potrei agire diversamente e non dare tutta me stessa. La mia energia va scemando, quella che c'è non basta a governare».


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