giovedì 14 febbraio 2019
A Varsavia il segretario di Stato Usa ribadisce la necessità di pressioni su Teheran. Netanyahu: questo vertice una svolta storica
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu insieme al segretario di Stato Usa Mike Pompeo (Ansa)

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu insieme al segretario di Stato Usa Mike Pompeo (Ansa)

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L'Iran è la principale minaccia in Medio Oriente e affrontare la Repubblica islamica è la chiave per arrivare alla pace nell'intera regione. A sottolinearlo è stato stamani il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, incontrando il premier israeliano Benyamin Netanyahu, poco prima dell'apertura della conferenza a Varsavia sul Medio Oriente, promossa dagli Usa anche in funzione anti-Teheran. "Non è possibile arrivare a pace e stabilità senza affrontare l'Iran. Semplicemente, non è possibile", ha detto Pompeo con a fianco Netanyahu.

Secondo il premier israeliano, quanto avviene a Varsavia è "una svolta storica", perché "il primo ministro di Israele e importanti Paesi arabi si sono seduti insieme ed hanno parlato con forza, chiarezza e unità straordinarie contro la comune minaccia che giunge dal regime iraniano". "Questo segna - ha aggiunto Netanyahu - un cambiamento e una comprensione importante su cosa minaccia il nostro futuro. E su questo occorre continuare per raggiungere l'obiettivo".

Teheran, ovviamente, non ha risparmiato critiche alla conferenza. "È morta sul nascere", ha tuonato il capo della diplomazia, Mohammad Javad Zarif, che nei giorni scorsi l'aveva definita un "patetico circo anti-iraniano" e uno spettacolo "disperato" che non farà altro che gettare discredito sui partecipanti. Alla base della conferenza c'è una divisione fondamentale. Gli Stati Uniti, Israele e molti Stati arabi sono scettici, per usare un eufemismo, sull'accordo nucleare (dal quale Donald Trump si è ritirato) e considerano l'Iran un attore destabilizzante che cerca di espandere la sua influenza nella regione ad ogni costo. Per gli europei, distratti dalla Brexit e da una moltitudine di altre questioni, la preoccupazione principale è tenere in piedi l'intesa e frenare, almeno per il momento, il programma atomico degli ayatollah. La Francia e la Germania così hanno deciso di non inviare i loro ministri a Varsavia. Assente anche la Russia e la Turchia.


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