Patrick Zaki, lo studente dell'Università di Bologna che è in carcere in Egitto da più di venti mesi - ANSA
La seconda udienza del processo a Patrick Zaki ha avuto luogo questa mattina al Tribunale egiziano di Mansoura, ma è durata soltanto due minuti. Il processo continuerà con una terza udienza il 7 dicembre e almeno fino a quel momento lo studente rimarrà in carcere. Il rinvio è stato chiesto in aula dagli avvocati di Zaki, che hanno bisogno di tempo per studiare il fascicolo prodotto dall’accusa. I giudici hanno infatti permesso solo oggi alla difesa di avere una copia ufficiale del dossier, per la prima volta dopo venti mesi.
Patrick Zaki è in carcere ormai da quasi due anni, senza alcuna condanna ufficiale. Lo studente dell’Università Alma Mater di Bologna è accusato per la diffusione di false notizie in Egitto e all’estero, a causa di un articolo pubblicato su un sito web nel 2019.
Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, ha detto all’agenzia Dire che il rinvio dell’udienza non è una buona notizia: gli oltre settanta giorni di attesa, da oggi al 7 dicembre, hanno “il sapore di una punizione. Non c’era mai stato un rinvio così lungo”. E il fatto che solo dopo 20 mesi la difesa possa entrare in possesso dei documenti dell’accusa è “assurdo”. Questo tempo, comunque, “potrà essere usato con responsabilità”. Per Amnesty, “c'è da porre la stessa domanda alla Farnesina e Palazzo Chigi: cosa intendono fare?”
Patrick Zaki questa mattina è stato portato in aula in manette, che gli sono state tolte dopo pochi minuti. Un’immagine che ha confermato la preoccupazione e l’indignazione di chi si schiera per la sua liberazione. La pagina Facebook di attivisti “Patrick Libero” (20.000 followers) ha commentato così la notizia del rinvio dell’udienza: "Ad ogni rinnovo e prolungamento della detenzione la nostra preoccupazione per la sorte e il futuro di Patrick aumenta, poiché ormai ci è chiaro che lo scopo delle autorità egiziane è che Patrick passi il più a lungo possibile in prigione senza alcuna base legale”.
A febbraio 2022 terminerà il periodo di detenzione preventiva permesso per legge in Egitto (massimo 24 mesi). “Crediamo che le autorità egiziane si rifiuteranno di rilasciare Patrick immediatamente a febbraio 2022, oppure lo condanneranno per prolungare ancora la sua detenzione. La nostra principale richiesta rimane la liberazione immediata di Patrick”.